Tragico incidente sul lavoro alle saline di Sant’Antioco, nel comune di San Giovanni Suergiu (SU). Questo pomeriggio un operaio di 70 anni, originario di Tratalias, è morto al Pronto Soccorso dell’Ospedale Sirai di Carbonia, dov’era stato trasportato poco prima da un’ambulanza del 118.

Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo era intento a svolgere il proprio turno di lavoro, quando nel salire su una grossa macchina operatrice, sarebbe caduto all’indietro sbattendo violentemente la testa al suolo e rimanendo esanime.

Immediatamente soccorso dai colleghi di lavoro, è stato trasportato con ambulanza in ospedale dove però è morto poco dopo. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Carbonia e i Tecnici del Lavoro del Servizio Prevenzione e Sicurezza Lavoro della ASL di Carbonia che hanno condotto i rilievi e informato il Magistrato di Turno.

Marco Loi, 44 anni, attivista originario di Villaputzu, si imbarcherà dal porto di Cagliari con destinazione Tunisi, dove raggiungerà le navi della Global Sumud Flotilla partite ieri da Barcellona. La sua scelta segna un ulteriore segnale di solidarietà e di impegno civile, con la Sardegna che si unisce così alla Liguria e alla Sicilia in questa iniziativa internazionale.

«Sono Marco, faccio parte della Global Sumud Flotilla. Da Cagliari salperemo per incontrare le altre imbarcazioni impegnate contro il genocidio palestinese e contro le guerre. Partiremo per Tunisi a incontrare la flotta tunisina e quella spagnola per unirci contro l’assedio del popolo palestinese, contro il genocidio e contro le guerre – ha dichiarato Loi in un video diffuso sui social da Aldo Matzeu prima della partenza – manifestando il sostegno della nostra piccola isola solidale».

Anche il sindaco di Villaputzu, Sandro Porcu, ha voluto commentare sui social la scelta coraggiosa (e umana) del suo concittadino: «C’è un pezzo di Villaputzu, in viaggio verso Gaza, nel cuore di una missione di pace. L’obiettivo è rompere il blocco navale su Gaza e portare speranza, solidarietà e aiuti umanitari al popolo palestinese. Siamo profondamente orgogliosi di te, Marco. Il tuo coraggio, silenzioso e determinato, parla a nome di una comunità intera che crede ancora nella possibilità di un mondo più giusto».