Cagliari, porto Canale: la nave Bahri Tabuk, “carica di bombe per lo Yemen”

"Basta alle morti innocenti e alle stragi": la protesta di chi, da stamattina, sta monitorando l'attività della nave porta container Bahri Tabuk, attraccata a Cagliari e diretta, pare carica di bombe, in Arabia Saudita
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Cagliari: al porto Canale questa mattina è attraccata la nave porta container Bahri Tabuk. Secondo Cgil e Rete disarmo, la nave sarebbe stata caricata con decine di container pieni di bombe destinate all’Arabia Saudita. “I nostri porti continuano ad essere meta di navi del gruppo Bahri per i rifornimenti bellici ai Paesi sauditi”, dice il segretario nazionale della Filt Cgil, Natale Colombo, a seguito dell’attracco. Per il sindacalista, “il governo continua a tacere nonostante le denunce e le manifestazioni di protesta che ci hanno già visti impegnati in analoghi casi, prima a Genova e poi a Monfalcone”.
E continua: “Noi diciamo basta alle morti innocenti, non vogliamo essere complici delle stragi di incolpevoli civili e continuiamo ad essere fermamente contrari a tali rifornimenti perché violano gravemente le norme nazionali, europee ed internazionali”.
A lanciare l’allarme anche il Comitato per la riconversione della Rwm, la fabbrica di bombe con sede a Domusnovas, nel Sulcis: partita la richiesta al prefetto di Cagliari e all’Autorità portuale affinchè si adoperino “per evitare che la nave saudita imbarchi bombe destinate alla carneficina dello Yemen”. L’appello è rivolto anche ai lavoratori addetti alle operazioni di carico, ai vigili del fuoco e alle forze di pubblica sicurezza con l’invito a rifiutarsi di svolgere mansioni che eventualmente agevolino l’operazione.
Sardegna, è allarme vespe giganti: invasione di velutine minaccia api e sicurezza pubblica

È emergenza in Sardegna per l’invasione della vespa velutina, una specie di calabrone asiatico particolarmente aggressiva e pericolosa, sia per la sopravvivenza delle api da miele sia per la sicurezza degli esseri umani.
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Sardegna, è allarme vespe giganti: invasione di velutine minaccia api e sicurezza pubblica.
È emergenza in Sardegna per l’invasione della vespa velutina, una specie di calabrone asiatico particolarmente aggressiva e pericolosa, sia per la sopravvivenza delle api da miele sia per la sicurezza degli esseri umani.
L’allerta è scattata dopo il primo ritrovamento ufficiale nell’Isola, avvenuto a Ilbono, in Ogliastra, dove un apicoltore ha segnalato la presenza di calabroni sospetti davanti alle sue arnie. La conferma è arrivata dal Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, che ha inviato i propri ricercatori sul posto e avviato immediatamente un’attività di monitoraggio estesa ad altri apiari della zona, individuando altri due esemplari di velutina in aziende vicine. L’eliminazione del nido originario è avvenuta nelle scorse ore grazie all’utilizzo di un radiotrasmettitore, strumento che ha permesso di localizzare il punto esatto in cui si nascondevano le vespe. Il ritrovamento ha acceso un campanello d’allarme in tutto il settore apistico sardo, poiché la vespa velutina è nota per la sua predazione sistematica delle api, di cui si nutre aggredendo gli alveari, decimando le colonie e mettendo a rischio la produzione di miele. L’inquietudine cresce anche sul fronte della sicurezza pubblica, perché la puntura di questi imenotteri può provocare reazioni molto dolorose e, nei soggetti allergici, anche gravi conseguenze. Nella sola giornata di sabato, a Cagliari, i vigili del fuoco sono intervenuti per distruggere 15 nidi, un dato che sottolinea la rapidità di diffusione e la gravità della situazione. Fino a pochi anni fa la Sardegna non conosceva la presenza di calabroni: il primo arrivo documentato risale al 2010 con la Vespa crabro, seguito da una prima segnalazione di Vespa orientalis nel 2021 nel capoluogo. Ora con la comparsa della velutina si apre un nuovo fronte di emergenza. Per affrontarlo è già attiva una task force composta da entomologi dell’Università di Sassari e del National Biodiversity Future Centre, con la collaborazione degli atenei di Pisa e Firenze, del Crea di Bologna, dell’agenzia regionale Laore, dei tecnici dell’associazione Toscana Miele e degli apicoltori sardi. L’obiettivo è contenere il più rapidamente possibile la diffusione del calabrone asiatico e proteggere un ecosistema già fragile, dove le api rappresentano un pilastro insostituibile per l’impollinazione e la biodiversità.

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