Nel salotto bianco si raccontano, si danno del tu, si chiacchiera e si ride. Ci si punzecchia pure, purché con stile e garbo, ma l’importante sono le ospiti: devono stare bene e rilassate come se fossero sedute nel divano di casa. Anche l’unico e privilegiato ospite maschile, quando entra in studio, durante il programma, si deve sentire a proprio agio e libero di esprimersi. Tutto questo e molto altro accade nella terza edizione di DONNE, la trasmissione in onda su una nota emittente televisiva sarda ogni domenica fino al 26 maggio alle ore 21. L’idea nasce da Michela Giangrasso, conduttrice e organizzatrice del programma, che spiega: “Dissi a Patrizia Comunale di volere realizzare un programma televisivo dedicato alle donne e creato dalle donne. E così è nato DONNE, il talk show al femminile. La scelta accurata delle colleghe è stata fondamentale per creare il team di DONNE”. Quest’anno c’è stato qualche cambiamento? “Si’. Nella prima e nella seconda edizione – precisa Michela – è stata fondamentale la presenza di Paola Pili, conduttrice puntuale, precisa e preparata. Paola in questa edizione è “assente giustificata” per impegni professionali, ma farò il possibile perché possa presto tornare a fare parte del mio speciale gruppo di lavoro che cercherò di arricchire con nuove figure femminili”.

Il bello della squadra di DONNE è l’armonia e il chiasso simpatico che fanno. Si prendono in giro, scherzano e a volte entrano in discussione. Per mettere in ordine questa simpatica confusione c’è Patrizia Comunale, ottima padrona di casa, garbata e severa al bisogno. E’ merito suo se si rispettano i tempi televisivi e tutto fila liscio: ”Stare dietro le quinte – dice Patrizia –   è divertente perché avere a che fare con tante donne diverse è sempre stimolante e c’è da imparare dalle storie degli altri. Anche noi, come in tutte le realtà abbiamo momenti di conforto dai quali si sviluppano i temi delle puntate”. C’è chi oltre a occuparsi dei dati web fa arrossire gli ospiti con le sue stoccate piccanti e imbarazzanti, è la giornalista Laila Di Naro: “Sono orgogliosa di fare parte di DONNE e non smetterò di ringraziare Michela che mi ha voluto nel suo gruppo. Mi piace il ruolo che ha pensato per me e mi ci ritrovo considerato che mi definisco dolce e un po’ bastarda, ma sempre con massimo rispetto. Ascoltare le nostre DONNE che si raccontano con sorrisi e qualche lacrima è emozionante e ti arricchisce. Da quest’anno presento con piacere e interesse la rubrica di medicina, “La parola… a Korian Kinetika Sardegna”.

La rubrica sulla BELLEZZA, è lo spazio curato per il secondo anno da Francesca Bruno, ex indossatrice, affermata Miss, ricercata MUA, consulente di immagine e insegnante di portamento: ”Valorizzare e far emergere la bellezza in una donna – dice Francesca – è quello per cui ho studiato e mi piace ascoltare le persone che lavorano in questo magico e profumato mondo per passione e amore come me”. New entry di DONNE, Pina Doi, una rivelazione, una donna ironica e autoironica che si occupa della nuova rubrica LEGGERE FA BENE”. Pina ogni domenica propone un libro attinente all’argomento della puntata: “Il libro che suggerisco di leggere non è un caso, ma cerco sempre di trovare quello più adatto. Adoro leggere e leggo di tutto, e mi piace spaziare dalle storie amorose a quelle fantastiche, dagli argomenti sul folclore e sull’esoterismo ai romanzi storici, di avventura e i thriller, e tanto altro. Con la mia rubrica spero di poter avvicinare le persona alla lettura perché leggere stimola la mente, riduce lo stress, impari nuovi vocaboli e ti fa pensare”.

Il talk show è condotto con disinvoltura da Michela che dall’organizzazione del Concorso Miss Italia, che ha curato per 21 anni ora, oltre ai congressi, le sfilate e gli spettacoli, si dedica a DONNE: ”Ero quasi 30 anni che non tornavo in prima linea in tv. Preferisco normalmente stare dietro le quinte di ogni mio lavoro, ma con DONNE tutto è cambiato! Prima di iniziare la diretta, non nego l’emozione e spesso ho un po’ di tensione. Ma quando inizia la sigla tutto viene da solo. Il clima è tranquillo e le nostre ospiti sono fantastiche così pure tutti gli operatori e tecnici. Speciale la collaborazione con il direttore Mario Tasca e l’editore dell’emittente Sandro Crisponi che da subito hanno supportato e creduto nel mio progetto, come speciali i partner tecnici del programma: Ricciolo per le acconciature e Paolo Fanti per il make-up. E poi tutti gli sponsor, preziosi e fondamentali per la realizzazione della trasmissione”.

Era il 1920 e nelle miniere di Monteponi, San Giovanni e Campo Pisano, nell’Iglesiente, si respirava aria di tensione tra gli operai e la Direzione guidata dall’ingegner Andrea Binetti. Le condizioni di lavoro erano molto critiche e i salari bastavano a malapena per sopravvivere. Perciò, l’11 maggio i minatori decisero di scioperare contro l’intransigenza della Direzione che non ne voleva sapere di ascoltare le loro richieste.

Dalla miniera di Monteponi partì un corteo di 2000 minatori (il direttore fu costretto da questi ultimi ad unirsi a loro) alla volta del Comune di Iglesias, con la speranza di poter parlare con l’allora sindaco Angelo Corsi in cerca di una soluzione. All’arrivo trovarono invece le guardie regie, schierate apposta per “prevenire eventuali tumulti”. Cominciarono così gli scontri e le guardie aprirono il fuoco sulla folla inerme degli operai, uccidendone cinque sul colpo: due morirono a causa delle ferite riportate e molti altri rimasero feriti.  Il direttore della miniera e il sindaco di Iglesias furono risparmiati dai disordini perché messi in salvo anticipatamente.

Ai funerali degli uccisi parteciparono migliaia di persone. Tanti furono i pretesti usati dalla Direzione per giustificare il massacro: uno fra questi fu quello secondo cui i minatori si accingevano a occupare le miniere e costruirci i “soviet”. Pretesti appunto, perché in realtà già qualche mese prima il Sottoprefetto aveva ordinato ai comandi dei Carabinieri di utilizzare “cittadini fidati” per azioni di repressione contro manifestazioni e scioperi degli operai.

Un massacro dunque premeditato per tutelare gli interessi della direzione. Ma la determinazione dei minatori dopo il tragico evento non venne meno. Al contrario, dopo mesi di lotte sindacali, il 9 dicembre dello stesso anno l’associazione esercenti miniere non poté fare a meno di firmare l’accordo che concesse i diritti di base per i lavoratori: aumenti salariali, indennità di carovita e riconoscimento delle commissioni interne elette liberamente dagli operai.