Uras: la leva del ’78 fa realizzare un murale per ricordare l’epica battaglia del 1470

Si sono affidati al sapiente talento di Pils i 40enni di Uras per regalare al paese un'opera che ricordasse l'astuto Leonardo Alagon, condottiero delle milizie sarde, che riuscì a sconfiggere l'esercito aragonese nella sanguinosa battaglia del 14 aprile del 1470, l'obiettivo è quello di far nascere una tradizione virtuosa di iniziativa privata a favore dell'intera comunità
Nei piccoli paesi sardi è tradizione organizzare dei pranzi tra persone nate lo stesso anno: solitamente quando si compiono gli anni in cifra tonda. Quest’anno però i 40enni non si sono voluti limitare al pranzo, ma hanno deciso che era ora di inaugurare una tradizione di iniziative per la valorizzazione culturale del loro paese: Uras. «Un gruppo di noi, tutti classe ’78 – racconta Samuele Fenu, uno dei 40enni – ha cominciato quotandosi per far restaurare una croce missionaria degli anni ’30, in ginepro che si stava deteriorando. Poi abbiamo fatto sistemare dei giardinetti, abbiamo pensato che queste iniziative potevano essere da esempio per quelli che nei prossimi anni compiranno 40 anni».
Uras non aveva nessun murale, mentre nei paesi vicini, come San Nicolò d’Arcidano e la stessa San Gavino vantano una importante tradizione. Inoltre il paese è stato nel 1470 teatro di un’epica battaglia che vide i sardi vincitori contro l’esercito aragonese. Cosi i 40enni, esattamente in 40, hanno deciso di rivolgersi a un artista perché realizzasse un grande murale per ricordare quell’episodio storico e il suo valoroso condottiero Leonardo Alagon. La battaglia si svolse nella piana di Uras il 14 aprile tra le truppe del viceré aragonese Niccolò Carroz e le milizie sarde del marchese di Oristano Leonardo Alagon, il quale lavorò d’astuzia.
Nei due giorni precedenti la battaglia aveva provocato dei continui falsi allarmi per innervosire il nemico e stancarlo. Inoltre aveva fatto credere alle truppe aragonesi che l’accampamento sardo fosse in festa, verso mezzanotte fece spegnere i fuochi, ingannando il nemico e inducendolo a credere l’accampamento indifeso. Gli Aragonesi si lanciarono all’attacco, gridando “Viva Aragona”, ma i soldati sardi reagirono prontamente e li respinsero costringendoli alla fuga. A quel punto il viceré Niccolò Carroz decise di usare la sua riserva, truppe di sardi sottomessi provenienti da Cagliari, ma questi, invece di attaccare i sardi di Alagon, si ribellarono e attaccarono gli aragonesi provocando tra loro il caos. Gli aragonesi ormai allo sbando si diedero definitivamente alla fuga. Sul campo rimasero moltissimi morti. E dopo la battaglia fu acceso un grande falò per bruciare i cadaveri.
La leva del ’78 dopo aver contattato diversi artisti ha scelto di avvalersi dell’opera di Pils, Davide Pilloni, muralista di Assemini, per decorare il muro della gradinata dell’anfiteatro di piazza Aldo Moro, realizzato proprio per ospitare la rievocazione. «Per realizzare questo dipinto mi sono documentato approfonditamente- ha spiegato l’artista- non potevo rischiare di cadere in qualche anacronismo. Dovevo riprodurre fedelmente i costumi e le armi dell’epoca».
A Uras ogni anno in questi giorni si celebra la ricorrenza con un grande falò per ricordare quello del 1470, e si tiene una sfilata in costume, una vera e propria rievocazione storica alla quale partecipano anche altri comuni, Sassari con gli sbandieratori, Oristano coi tamburini, Iglesias e Sanluri. «Ho studiato le immagini delle sfilate degli anni scorsi – ha proseguito Pils- e per il protagonista, Leonardo Alagon mi sono ispirato alla persona che lo interpretava qualche anno fa nella rievocazione storica e per un’incredibile coincidenza , mi è passato accanto proprio mentre lo ritraevo, il cavallo della sfilata che si chiama Diadora».
Questo pomeriggio si è tenuta la sfilata, mentre ieri proprio davanti al murale è stato acceso il grande il falò e come si può notare dalla foto, il risultato è davvero suggestivo: «Sono rimasto colpito da questa iniziativa – ha concluso il muralista di Assemini- ho travato davvero un bel gesto, quello di impegnarsi per promuovere culturalmente il proprio paese e portare avanti iniziative a favore dell’intera comunità. Ieri ho partecipato al falò ed è stato emozionante vedere, al tramonto, il fuoco alle spalle del mio murale che riportava gli stessi infuocati colori, sono orgoglioso di ever contribuito a rendere vivo il ricordo di un momento storico sardo così importante».

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