Arzachena: furbetti dei cassonetti? Le foto online degli “sporcaccioni”

Le foto pubblicate mostrano cittadini che si disfano, trasgredendo i regolamenti, di ogni genere di rifiuto ingombrante, in maniera non corretta
Violano il regolamento in materia di igiene urbana e vengono fotografati: il Comune di Arzachena cerca di combattere i “furbetti” attraverso la pubblicazione online delle trasgressioni. Ecco cosa si legge nella pagina FB del Comune.
“Riprende la pubblicazione delle immagini delle telecamere che evidenziano violazioni al regolamento di igiene urbana nel territorio di Arzachena. I responsabili non sono identificabili a tutela della privacy, ma le trasgressioni commesse sì. I delegati all’Ambiente e alla Polizia Locale, Michele Occhioni e Tore Mendula, collaborano per sensibilizzare cittadini e visitatori al rispetto dell’ambiente, per contrastare gli abusi e sanzionare i responsabili. Il monitoraggio delle isole ecologiche attraverso il sistema di videosorveglianza è costante, giorno e notte.
Quali sono gli errori e le violazioni più frequenti? Nelle foto alcuni utenti gettano ingombranti nelle isole ecologiche. È vietato. Questo comportamento causa ritardi nell’ordinaria pulizia delle isole ecologiche, incrementa i costi del servizio che ricadono sul cittadino e degradano il nostro territorio”.

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Una roccia di un verde incredibile che si trova, sempre più rara, in Sardegna: sapete di cosa si tratta e dove trovarla?

Un vero e proprio tesoro naturale, tanto ricercato da essere considerato una pietra semi-preziosa perfetta per essere lavorata in botteghe artigiane. Ma di cosa stiamo parlando?
Immaginate di trovarvi di fronte a una roccia che non è solo affascinante dal punto di vista “estetico”, ma che racconta anche la storia millenaria della nostra Terra. Questa pietra, che negli opifici sardi ha trovato la sua massima espressione, sfoggia colori che spaziano dal rosso mattone al verde intenso, passando per sfumature giallastre e, in alcuni casi, perfino nere. Parliamo di una roccia sedimentaria mono-mineralogica, composta quasi interamente da quarzo e arricchita da impurità di ferro che le conferiscono queste tonalità così vivaci. Un vero e proprio tesoro naturale, tanto ricercato da essere considerato una pietra semi-preziosa perfetta per essere lavorata in botteghe artigiane.
E sapete di quale roccia stiamo parlando? Del celebre diaspro verde, una gemma tipica del Monte Arci, un’area che da secoli affascina per la sua ricchezza geologica. Il diaspro si mostra in tutta la sua varietà cromatica, dal rosso al verde, ma non è raro trovarlo in tonalità più inusuali, come il giallo e il nero.
Se siete curiosi di scoprire tutti i segreti di questa roccia e della sua affascinante formazione, dovete assolutamente fare tappa al GeoMuseo MonteArci Stefano Incani. Qui, la storia del diaspro prende vita attraverso racconti di mari scomparsi e spettacolari eruzioni vulcaniche sottomarine. Questo museo, un unicum in Sardegna, racconta la geologia dell’isola e in particolare quella della Marmilla, una zona che custodisce rocce risalenti a ben 24 milioni di anni fa. La passione di Vincenzo Incani ha dato vita a una collezione straordinaria, che comprende fossili di animali marini antichissimi, diorami che riproducono l’attività del vulcano e, naturalmente, una varietà di minerali, tra cui i celeberrimi diaspri, che si sono formati durante le eruzioni del “vecchio vulcano” del Monte Arci. E per chi cerca un’esperienza ancora più straordinaria, non mancate la “sala flù”, dove minerali dai colori fluorescenti vi lasceranno senza parole.

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