Il Cagliari ha imparato a non sbagliare le gare fondamentali di questa stagione, e così supera il piccolo Chievo Verona per 3-0. Decidono i gol di Pisacane, Joao Pedro e Ionita, ma decide soprattutto la maggiore caratura tecnico – tattica degli uomini di Rolando Maran, in grado di scrollarsi di dosso i primi terrificanti quindici minuti di gara. Poi non vi è stato confronto, visto che i rossoblù – una volta passati in vantaggio – hanno mantenuto ben saldi i fili della manovra ed ha diretto in porto la contesa.

Ora il Cagliari aggancia il Genoa e il Parma a 33 punti e si riporta a + 9 sulla terz’ultima in classifica. I rossoblù non segnavano più di due gol nel corso del primo tempo dalla sfida con l’Empoli del maggio 2017.

CRONACA.

La parola chiave è salvezza e allora Maran si affida ai giocatori che gli hanno garantito nella sua carriera recente i migliori risultati: dagli ex Cacciatore e Thereau alla conferma di Cigarini in cabina di regia. Il calcio d’avvio è per il Cagliari ma c’è quasi subito un brivido perché Cragno sbaglia il rinvio e vede la palla rotolare verso la porta, fortunatamente la respinta di Meggiorini è avvenuta di braccio. Giaccherini trascina i suoi a guadagnare due calci d’angolo che la difesa rossoblù controlla senza affanni, poi al 6′ Meggiorini salta Ceppitelli e calcia di prima intenzione trovando al pronta respinta di Cragno. Preoccupano le condizioni di Barella, rimasto a terra dopo una botta alla spalla ma il nazionale prosegue la gara; preoccupa anche la tenuta difensiva dei rossoblù, troppo fiacca e remissiva, tale che ci sia solo una squadra in campo, quella dei padroni di casa. Al 18′ il Cagliari passa in vantaggio: sul cross di Pellegrini dalla sinistra, Pisacane taglia benissimo in mezzo all’area e insacca alle spalle di Sorrentino. Serve il VAR per dare la conferma a causa di contatto tra Cacciatore e Hetemaj, ma è tutto regolare. I gialloblù provano a reagire con un destro di Stepinski sul quale Cragno si allunga e para sicuro, al 32′ poi arriva il raddoppio cagliaritano: Barella fa un numero dei suoi, supera praticamente tutta la difesa avversaria e serve a Joao Pedro l’occasione per un gol bellissimo. Il Chievo non ci sta, passano pochi minuti e Stepinski di testa riesce a indirizzare bene la palla ma coglie il palo. Un numero di Faragò al 38′ potrebbe servire il terzo gol, Ionita non arriva in tempo per colpire a rete. Al 43′ c’è un nuovo VAR review: sul cross di Cacciatore, Ionita si libera di DePaoli con una manata e di testa segna. Dalle immagini non risulta nulla di falloso e così il primo tempo si chiude sul 3-0.

Pronti, via, c’è un Barella che vola in velocità verso la porta avversaria, dribbla due giocatori e conclude a botta sicura: palla fuori di un pelino. Al 51′ l’arbitro Abisso è costretto a sventolare il cartellino rosso ai danni di De Paoli, già ammonito finisce per entrare con un piede a martello su Cigarini. Prova a farsi vedere il Chievo, spinto dal tifo dei suoi (pochi) tifosi: Stepinski accoglie un cross di Giaccherini, il colpo di testa è controllato da Cragno. Il portiere cagliaritano viene impegnato da Leris con un tiro a mezz’altezza al 59′, il centrocampista clivense ci riprova poco dopo ma trova sempre la grande risposta di Cragno. Entra Cerri per Thereau, la punta alla prima occasione si libera del principale difensore e colpisce di testa di poco a lato. Doppio cambio per Maran che inserisce anche Birsa e Deiola, quest’ultimo fallisce clamorosamente il quarto gol non agganciando l’ennesimo buon cross di Cacciatore dalla destra. La sfida si conclude sul 3-0 per il Cagliari.

TABELLINO.

Chievo Verona (4-4-2): Sorrentino; Depaoli, Andreolli, Barba, Jaroszynski (al 53′ Bani); Leris, Diuosse (al 76′ Rigoni), Hetemaj, Giaccherini; Stepinski, Meggiorini (al 72′ Pucciarelli). All. Domenico Di Carlo.

Cagliari (4-3-1-2): Cragno (7); Cacciatore (7), Pisacane (7), Ceppitelli (6), L. Pellegrini (6.5); Ionita (7) (al 80′ Deiola sv), Cigarini (6.5), Faragò (6.5); Barella (7.5); Joao Pedro (7) (al 79′ Birsa sv), Thereau (5) (al 69′ Cerri 6). All. Rolando Maran (6.5)

Arbitro: Rosario Abisso di Palermo

Gol: Pisacane (18′), Joao Pedro (32′), Ionita (43′)

Ammoniti: DePaoli (21′), Faragò (53′), Leris (59′), Meggiorini (62′), Bani (70′), Cerri (71′), Giaccherini (86′), Cigarini (87′)

Espulsi: DePaoli (51′) per somma di ammonizioni

Note: recupero 2′ e 2′

Monserrato, il coraggio di Luigi Atzeni: muore dopo un mese di agonia.

Un mese di sofferenza in ospedale non è bastato a salvare la vita di Luigi Atzeni, 72 anni, rimasto gravemente ustionato nel rogo che il 16 agosto scorso aveva avvolto la sua abitazione in via Casteldoria a Monserrato.

L’uomo, pensionato molto conosciuto e stimato in paese, aveva cercato con tutte le sue forze di proteggere la casa e la famiglia dalle fiamme. Quel gesto istintivo e coraggioso, compiuto in una mattina di metà estate, si è trasformato in una condanna senza appello. Ieri il suo cuore si è fermato nel reparto grandi ustionati di Sassari, dove era ricoverato dal giorno della tragedia.

Secondo la ricostruzione, l’incendio era divampato improvvisamente sul terrazzo. Atzeni, sorpreso dalla colonna di fumo e dalle lingue di fuoco, non aveva esitato a salire in ciabatte, afferrando una pompa di gomma per gettare acqua contro il rogo. La violenza del calore e l’intenso fumo sprigionato lo avrebbero però stordito, facendolo crollare mentre le fiamme lo avvolgevano. Solo l’intervento tempestivo di un vicino, Fabio Piccardi, che lo ha trascinato via dal fuoco, ha evitato la morte immediata. Ma le ustioni riportate erano gravissime e da allora la sua battaglia si è combattuta tra le corsie d’ospedale, in un lento e doloroso calvario.

La notizia della sua scomparsa ha suscitato profonda commozione in tutta la comunità. I figli Roberta e Riccardo lo ricordano come un padre silenzioso ma sempre presente, capace di donare amore senza chiedere nulla in cambio. Per lui la famiglia era tutto: la dedizione verso i nipotini Alice e Andrea rappresentava il fulcro delle sue giornate, la vera ragione di vita. L’assenza di Luigi Atzeni lascia un vuoto che nessuna parola potrà colmare, ma rimane l’eredità di un uomo che ha incarnato la forza della discrezione, la bontà d’animo e il sacrificio per i propri cari.

Monserrato oggi piange uno dei suoi cittadini più autentici, vittima di un gesto d’amore verso la propria casa e la propria famiglia. Una storia che racconta, insieme al dolore, anche il coraggio silenzioso di chi, fino all’ultimo respiro, ha scelto di difendere ciò che amava di più.