“L’unica lezione”, il cortometraggio realizzato dagli studenti dell’Università di Cagliari con Peter Marcias arriva nelle sale sarde in abbinata con il corto “Il Teatro al lavoro”, per la regia di Toni Servillo. Il tour avrà inizio a Sassari mercoledì 27 marzo con la proiezione al Cityplex Moderno alla presenza di Peter Marcias, Antioco Floris (direttore del CELCAM) e Petra Valentini (attrice). Coordina Lucia Cardone, dell’Università di Sassari.

Giovedì 28 i due film arrivano a Cagliari al Cinema Spazio “Odissea”, dove rimangono in programmazione anche nei giorni successivi. Alla proiezione delle 21 partecipano Peter Marcias, Antioco Floris e gli studenti che hanno lavorato a “L’unica lezione”. Sarà presente anche il Rettore dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo. Il 4 aprile è in programmazione al cinema multisala Ariston di Oristano e nelle giornate successive a Carbonia, Santa Teresa Gallura, Iglesias.

Presentati entrambi all’ultima edizione del Festival del Cinema di Venezia nella sezione “Giornate degli autori”, i due corti hanno trovato una distribuzione congiunta con la “Kio film” che li ha presentati già nelle principali piazze nazionali.

“L’unica lezione” è un cortometraggio realizzato con gli studenti dell’Università di Cagliari nell’ambito delle attività formative del CELCAM (il Centro per l’educazione ai linguaggi del cinema, degli audiovisivi e della multimedialità) e, come già successo per altri lavori, ha trovato un’importante vetrina nelle giornate veneziane. Nucleo portante del corto è la lezione che il grande regista Abbas Kiarostami tenne a Cagliari nel 2001 e che rivive con grande efficacia nella rielaborazione di Marcias e degli studenti. Il titolo del film gioca volutamente con “Unica”, l’acronimo che indica l’UNIversità di CAgliari. All’attività formativa hanno partecipato Stefano Angioni, Riccardo Cara, Giulia Fara, Valentina Farris, Sara Gallus, Giannalisa Giorri, Simona Loddo, Elisa Meloni, Alessandro Mura, Davide Orrù, Simone Paderi, Andrea Perra, Marianna Piano, Alberto Pitzalis, Francesco Pupillo.

“L’unica lezione” di Peter Marcias è stato prodotto nell’ambito del Laboratorio di Cinema Found Footage tenuto all’Università di Cagliari dal regista con Andrea Lotta e Giulia Casu. Secondo un modello ormai consolidato le attività laboratoriali del CELCAM dell’Università di Cagliari, coordinate da Antioco Floris, prevedono la realizzazione di un cortometraggio in cui giovani studenti, accanto a professionisti, partecipano al processo creativo del film.

Anche in questo caso, il soggetto definito dai docenti viene sviluppato nel corso e prende corpo in sede di pre-produzione e produzione grazie al contributo di tutti gli allievi che possono così sperimentare in prima persona i passaggi della realizzazione di un film su standard professionali. Il progetto è stato reso possibile grazie al finanziamento della Regione Sardegna, Assessorato della Pubblica Istruzione (Legge cinema) e gode del sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission e della Cineteca Sarda-Società Umanitaria.

Il corto abbinato a quello sardo è “Il teatro al lavoro” incentrato invece sul metodo formativo di Toni Servillo, attore teatrale e cinematografico che a partire dalle prove per la messa in scena dello spettacolo “Elvira” illustra il suo lavoro e riflette sulla figura dell’attore.

“Il Teatro al lavoro” di Massimiliano Pacifico (dallo spettacolo teatrale “Elvira”; da Elvire Jouvet 40 di Brigitte Jaques; regia Toni Servillo; con Toni Servillo, Petra Valentini, Davide Cirri, Francesco Marino; coproduzione Piccolo Teatro di Milano Teatro d’Europa – Teatri Uniti) è prodotto da Teatri Uniti, in collaborazione con Rai Cinema, nell’ambito della mostra 1987/2017 Trent’Anni Uniti promossa dalla Regione Campania, realizzata da Scabec Spa, Fondazione Campania dei Festival e Teatri Uniti, in collaborazione con il Polo Museale della Campania, con la curatela di Maria Savarese e il coordinamento scientifico di Laura Ricciardi.

Come si dice caminetto in sardo campidanese?

Caminetti sardi: tradizioni e calore al centro dell’inverno. Questo elemento, simbolo di convivialità e calore domestico, rappresenta un’istituzione ben radicata nella cultura isolana. Ma come si dice caminetto in sardo campidanese?

Con l’arrivo dell’inverno, nelle serrate serate fredde che caratterizzano la stagione, il caminetto torna a ricoprire un ruolo fondamentale nei paesi della Sardegna. La risposta a questa curiosità è tanto affascinante quanto variegata: i termini più utilizzati per descrivere questo indispensabile fonte di calore sono tziminera, ziminera, giminera, ma anche forredda, foxili e fogu.

La lingua sarda, con le sue sfumature dialettali, riflette una tradizione agropastorale che ha sempre caratterizzato la vita nell’isola. In particolare, nei comuni dell’entroterra, dove gli inverni possono essere piuttosto rigidi, il caminetto ha storicamente assunto un’importanza cruciale, non solo per il riscaldamento, ma anche come centro di socializzazione, dove le famiglie si riuniscono attorno alle fiamme danzanti per raccontare storie e condividere momenti di intimità.

Il termine tziminera deriva dallo spagnolo chiminera, evidenziando le influenze culturali che hanno attraversato la storia sarda. Ma qualsiasi sia il nome con cui lo si chiama, il caminetto resta un simbolo di calore e accoglienza. Quindi, mentre ci prepariamo ad affrontare il freddo, non dimentichiamo di accendere queste tradizioni che riscaldano non solo gli ambienti ma anche i cuori. E voi, come chiamate questo pezzo di storia e cultura?