Ecco il reddito di cittadinanza: tanto paga lo Stato (che poi siamo noi)

S'ARREXONADA DI NINO NONNIS (SPECIALE REDDITO DI CITTADINANZA). "Avevo degli amici sardi in Olanda, parlo di 45 anni fa, che usufruivano scientificamente del welfare di quel paese. Ottenevano un lavoro, si facevano licenziare, sussidio di disoccupazione e ne accettavano un altro, nuovo licenziamento e nuovo sussidio. Per gli olandesi non era una soluzione ma per loro sì. In fondo non commettevano reati. Penso non sia più così in Olanda".
Reddito di cittadinanza. Lo hanno chiamato reddito di cittadinanza, che detto così, sembra basti essere cittadini italiani e vi possono accedere tutti. Ma non è la sola cittadinanza che ti fa meritare il reddito. Il criterio è la povertà e questo mette tutti d’accordo, tanto paga lo stato, che poi siamo noi. Il tetto massimo pare sia alto, ma a quanto dicono, pare che i soldi ci siano e ci saranno, a meno che poi non bastino, un po’ come per le pensioni (dove pure abbiamo avuto e ancora paghiamo le baby). Ma un provvedimento simile sanno farlo tutti, basta dimostrare che si tiene fede alle promesse. Allora, e qui sta l’ingegnosa trovata, in quanto tale degna di copyright, il reddito garantito viene visto non come sussidio ma come possibilità di accesso al lavoro.
Anche questa trovata ingegnosa: da sempre si cercano formule per incentivare il lavoro, la crescita dell’offerta e non ci siamo accorti che ci stavamo camminando sopra, come uno che cerchi gli occhiali e non si renda conto che ce li ha già sul naso, ma non vede oltre il proprio naso. Quindi il problema da superare non è il lavoro, che da qualche parte si annida, ma l’accessibilità a esso, a costo di scovarlo, inventarlo. Di sicuro verranno assunti 9.000 navigators, anche se ancora non se ne conoscono requisiti e modalità, ma non c’è fretta, purtroppo le troppe campagne elettorali hanno distolto da queste problematiche. Per il resto pare sia tutto pronto comprese le carte di credito. Le regole pare siano minacciate severe per gli eventuali furbetti. In effetti puoi anche minacciare il carcere a vita, ma se poi non li incarceri non funziona. Voglio proprio conoscere il primo che verrà condannato. Andrà a fare compagnia a quello che ritirava la pensione della madre deceduta. Se rifiuti le offerte per tre volte decedi dall’aiuto. Ci sarà il caso quindi di uffici dove si prenderà il bigliettino di ultimi, dove verrà data la precedenza anche ad aitanti giovani, dove ci saranno discussioni se non risse per rimandare il proprio turno. “Prego prima lei”, “Se chiamano me sto tornando”. Poi ci sarò il caso di quello che accetta un lavoro come cameriere a due chilometri da casa. Va, ma fa di tutto per essere licenziato. A me non sia così sfigato da ricevere, sempre a lui, un’altra offerta di lavoro, ma in questo caso rifiuta, uno due, la terza volta accetta. Senza contare che il datore di lavoro dovrebbe assumerlo a scatola chiusa, senza colloquio conoscitivo. Infatti non si è parlato dei datori di lavoro, di quali potrebbero scegliere di affidarsi ai navigator, che dovrebbero disporre di una possibilità di offerta a seconda di chi hanno davanti. Quindi il problema sarà di reperire gli scovatori di lavori, una sorta di scout, oltretutto retribuiti, loro, ben oltre i limiti del sussidio, unica vera certezza del provvedimento.
Avevo degli amici sardi in Olanda, parlo di 45 anni fa, che usufruivano scientificamente del welfare di quel paese. Ottenevano un lavoro, si facevano licenziare, sussidio di disoccupazione e ne accettavano un altro, nuovo licenziamento e nuovo sussidio. Per gli olandesi non era una soluzione ma per loro sì. In fondo non commettevano reati. Penso non sia più così in Olanda.

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