Da oggi, mercoledì 6 marzo, i cittadini hanno potuto presentare la domanda per beneficiare del Rdc. Nei mesi scorsi sono state espletate le pratiche burocratiche necessarie, anche online, con la presentazione obbligatoria di una Dsu finalizzata al rilascio dell’Isee. Così come in tutta Italia, anche a Cagliari, Caf e Poste Italiane al lavoro, con la presentazione della modulistica cartacea, così come predisposto dall’Inps. Ma l’assalto tanto temuto non si è visto. “Un giorno qualunque”, commenta Marisa Orrù, responsabile delle Poste centrali di piazza del Carmine. “Non abbiamo dati specifici alla mano, ma in base a quanto ho sentito dagli uffici del Cagliaritano non c’è stato niente di straordinario. È stata una giornata di ordinario lavoro, tra pensioni, raccomandate e bollettini”.

C’era, dunque, tra gli impiegati “addetti ai lavori “, chi temeva una mercoledì nero di lavoro pazzo e disperato, ma alla fine della mattinata il movimento è stato quello di una qualunque altra giornata. “Reddito di Cittadinanza? In tutta la mattinata si sono presentate 4 o 5 persone. Si è lavorato di più con l’Isee degli universitari, nel periodo delle tasse”, commenta Nicola Napolitano del Caf di via Bacaredda. “Sì, questo è un Caf piccolo, ma è molto probabile che una prima scrematura sia già stata fatta nei mesi scorsi con la verifica dell’Isee. Chi ha superato i novemila euro e passa nemmeno si è presentato, ad esempio. Se poi parliamo degli ultimi provvedimenti del Governo, quota 100 ha avuto decisamente più “successo “ in termini di affluenza”.

Quello di oggi non era il termine ultimo per la presentazione delle domande, come ricordano impiegati di Poste e Caf, “c’è tempo sino al 31 marzo ed entro il 27 aprile l’Inps procederà con le opportune verifiche. Dal 27 aprile poi verrà data comunicazione  al richiedente, qualora beneficiario, di recarsi alle poste per il ritiro della carta. Quindi è inutile recarsi  prima dell’ok dell’Inps.

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.