(VIDEO) Salvini a Cagliari: “Subito al lavoro per la Sardegna. La sinistra che festeggia la sconfitta? Divertentissima”

Stoccata al centrosinistra e alle dichiarazioni soddisfatte di Massimo Zedda dopo l'ammissione della sconfitta: «La sinistra che festeggiava la sconfitta era divertentissima, gli auguro di festeggiare in questo modo per altri vent'anni».
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«È la sesta elezione di un nostro candidato da quando ci sono state le politiche. A leggere le cronache nazionali c’è del surreale. C’è una mentalità politica e giornalistica vecchia». Così Matteo Salvini ha esordito nella conferenza stampa post elettorale tenuta all’Hotel Regina Margherita di Cagliari insieme al presidente Christian Solinas e al coordinatore regionale Eugenio Zoffili.
«La Sardegna chiede lavoro, sanità, trasporti, nessuna bacchetta magica, favori o aiutini – ha detto Salvini -. Dobbiamo rispondere agli elettori con il programma con cui abbiamo vinto le elezioni. Gli eletti e il presidente Solinas dovranno tenerlo nel comodino».
Salvini ha commentato in maniera sarcastica gli exit poll che domenica sera davano Zedda e Solinas in sostanziale pareggio. «La mia soddisfazione è iniziata da domenica sera e dal “mitologico” testa a testa partorito dalla stampa domenica sera – ha detto con ironia il ministro degli Interni -. Si è parlato di “Lega che non sfonda”. Secondo i “giornaloni” avremmo dovuto prendere l’82% per vincere in maniera netta».
Stoccata al centrosinistra e alle dichiarazioni soddisfatte di Massimo Zedda dopo l’ammissione della sconfitta: «La sinistra che festeggiava la sconfitta era divertentissima, gli auguro di festeggiare in questo modo per altri vent’anni».
Salvini ha poi ringraziato gli elettori, in particolare quelli dei Comuni in cui la Lega è risultato primo partito: «Ringrazio i paesi dove la Lega è stato il primo partito, sono tantissimi, Alghero, Oristano, Quartucciu per citarne qualcuno».
Sulla questione pastori il leader della Lega ha ribadito alcuni concetti: «Torno a ripetere che quelli che vanno in giro con i passamontagna non sono pastori, ma delinquenti e l’ho detto anche ai pastori. I pastori li ringrazio perché hanno permesso il regolare svolgimento del voto. Convocherò un nuovo e ultimo tavolo con loro che spero sia definitivo».
Secca la risposta a un giornalista che gli domandava dell’elezione “scomoda” del candidato del Psd’Az Giovanni Satta, imputato in tre procedimenti, uno dei quali per «associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dall’ingente quantitativo e dall’essere reato trans nazionale». «Grazie per avermi ricordato il nome, ma non sono un giudice», ha replicato Salvini.
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Gepostet von Matteo Salvini am Mittwoch, 27. Februar 2019
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Cagliari, il Consiglio di Stato conferma il divieto di legare le bici fuori dagli stalli

Una decisione che farà discutere e che segna un punto a favore del decoro urbano in città. Il Consiglio di Stato ha "promosso" il giro di vite voluto dall'amministrazione dell'ex sindaco Paolo Truzzu, confermando la piena legittimità del divieto di incatenare le biciclette fuori dagli stalli dedicati.
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Cagliari, il Consiglio di Stato conferma il divieto di legare le bici fuori dagli stalli.
Una decisione che farà discutere e che segna un punto a favore del decoro urbano in città. Il Consiglio di Stato ha “promosso” il giro di vite voluto dall’amministrazione dell’ex sindaco Paolo Truzzu, confermando la piena legittimità del divieto di incatenare le biciclette fuori dagli stalli dedicati.
Con una sentenza che rigetta il ricorso presentato dalla Fiab di Cagliari, i giudici di Palazzo Spada hanno messo la parola fine a una lunga battaglia legale.
Il provvedimento, incluso nel regolamento di Polizia e Sicurezza Urbana approvato dalla precedente amministrazione comunale, stabilisce in modo chiaro e inequivocabile che è vietato legare le biciclette a “infrastrutture pubbliche non destinate allo scopo”. La violazione di questa norma comporta l’applicazione di sanzioni pecuniarie che vanno da un minimo di 100 a un massimo di 300 euro.
I giudici hanno spiegato che la decisione mira a tutelare, in un’ottica di miglioramento della vivibilità e del decoro della città, quelle infrastrutture che spesso si trovano sui marciapiedi, nelle piazze, nei parchi, o vicino a monumenti. Si tratta di elementi di arredo urbano come ringhiere, recinzioni o pali, per i quali è già generalmente vietata la sosta di qualsiasi veicolo. Pertanto, secondo il Consiglio di Stato, la disposizione non viola in alcun modo le norme del codice della strada.
Ma la sentenza va oltre, affrontando un punto cruciale sollevato dai ricorrenti. La Fiab aveva denunciato una presunta disparità di trattamento tra gli “utenti deboli”, ovvero i ciclisti, e gli “utenti forti”, come gli automobilisti, sostenendo che la norma penalizzasse i primi a vantaggio dei secondi. Il Consiglio di Stato ha respinto categoricamente questa tesi, evidenziando che una disparità di trattamento può essere configurabile solo in presenza di situazioni perfettamente identiche, e che tale condizione non sussiste in questo caso. I giudici hanno inoltre ritenuto infondata la disparità invocata in appello anche rispetto ai monopattini.
Infine, sono state giudicate infondate anche le censure che contestavano la presunta contraddittorietà del regolamento con gli obiettivi fissati dal Piano Urbano della mobilità sostenibile. A questo proposito, il Consiglio di Stato ha ribadito che si tratta di una valutazione discrezionale, per la quale “il giudice non può sostituirsi all’amministrazione”. La decisione ha quindi confermato la legittimità dell’azione comunale, stabilendo che la tutela del decoro urbano è un obiettivo prioritario che può essere perseguito attraverso normative specifiche.

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