Bomba inesplosa e scritta: “No al voto per i pastori”. Alta tensione in Sardegna
La bomba, ad alto potenziale, è stata trovata a Torpè sul davanzale di una struttura comunale usata come sede elettorale. Anche una scritta: "No al voto per i pastori"
Nonostante l’accordo raggiunto per fissare il prezzo del latte a 80 centesimi al litro (che diventerà un euro a regime), nelle campagne sarde la tensione non accenna a calare. A Torpè, nel Nuorese, è stata ritrovata una bomba sul davanzale di una struttura comunale: l’ordigno non è esploso solo a causa della miccia difettosa. Sui muri del centro ricreativo di Biddanoa, invece, sono comparse scritte “no al voto per i pastori”.
Come riporta l’Ansa, l’ordigno ritrovato sulla finestra era di alto potenziale e avrebbe potuto danneggiare anche le abitazioni vicine alla struttura, un edificio che ospita di solito la sede elettorale per le consultazioni. Sulla vicenda indaga la polizia, intervenuta con gli artificieri.
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Lo sapevate? Nelle acque della Sardegna antica nuotavano le “tartarughe dal guscio molle”
Qual è la caratteristica principale delle tartarughe e delle testuggini? Be’, senza ombra di dubbio il loro duro carapace. E se vi dicessimo che in Sardegna erano diffusissime, però, le cosiddette “tartarughe dal guscio molle”?
«Tartarughe e testuggini sono rettili molti antichi e particolari, quando pensiamo ad esse la prima cosa che ci viene in mente è probabilmente il loro duro carapace, sistema difensivo che in molti casi le rende una “pietanza complicata” per molti predatori.»
Il dottor Daniel Zoboli, paleontologo dell’Università di Cagliari, ci conduce per mano in un viaggio all’indietro del tempo, quando animali che fatichiamo anche a immaginare erano molto diffusi.
«Quello che forse molte persone non sanno è l’esistenza di un particolare gruppo di questi animali che è sprovvisto del caratteristico guscio rigido e ricoperto di placche cornee. Questo è il gruppo delle cosiddette “tartarughe dal guscio molle”.»
Niente placche cornee – su dorso e ventre – per quelli che, come chiarisce il dottore, erano voraci predatori, sebbene dall’aspetto (per noi) bizzarro.
«Attualmente sono diffuse nei fiumi e nei laghi africani, asiatici e americani ma un tempo erano presenti anche in Europa. I loro fossili sono infatti relativamente comuni in molti depositi sedimentari cenozoici tra cui quelli che oggi affiorano in Sardegna. I primi fossili sardi di queste particolari tartarughe sono stati raccolti dal paleontologo Domenico Lovisato nell’area di Cagliari tra la fine dell’800 e i primi del 900 ma altri interessanti reperti sono venuti alla luce nella seconda metà del secolo scorso e sono stati studiati dalla paleontologa sarda Ida Comaschi Caria.»
«In un recente lavoro pubblicato assieme ad altri colleghi di diversi istituti, abbiamo fatto un sunto sulle conoscenze riguardanti le tartarughe fossili della Sardegna ed è emerso che le “tartarughe dal guscio molle” sono tra le più antiche e numerose nella nostra isola» chiarisce lo studioso. «I fossili più antichi risalgono infatti all’epoca chiamata Eocene (circa 50 milioni di anni) e sono stati ritrovati nella miniera di carbone di Nuraxi Figus (Gonnesa). Quelli più recenti, si fa per dire, risalgono invece ad appena 7-10 milioni di anni fa e provengono dall’area di Cagliari.»
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