(FOTO) Mauro Urru, giovanissimo “Maistu de Pedde”, racconta la riscoperta di un antico mestiere
Appena 27 anni, Mauro Urru ha deciso di riscoprire un antico mestiere. Ecco la sua bellissima storia
Chiese a Tziu Boriccu Tatti, uno dei Maistos Mannos allora in vita, di mostrargli come potersi confezionare da solo quello che gli serviva.
L’anziano ormai piegato dal tempo e dalla poliomielite, non prendeva ago e filo da circa venti anni, ma aveva conservato tutti gli attrezzi da lavoro. Insegnò pazientemente tutto quello che sapeva al giovane apprendista ma Mauro voleva un piccolo aiuto in questa impresa e insieme al Gruppo Folk ProLoco di Samugheo acquistò una macchina da cucire per facilitare il lavoro.
Il talento scorre però nelle sue vene, considerato che il bisnonno, il nonno e alcuni prozii facevano i calzolai. Forse questa sua abilità è un dono ereditato e prezioso. Tra i suoi lavori ci sono bardature per cavalli, scarpe classiche di tutti i generi, cambales, piccola e grande pelletteria, ‘istias de pedde (il gilet d’agnello degli abiti tradizionali, ndr ) e cinture.
«Ora mi ritrovo a praticare quest’arte come hobby, sto cercando di farla diventare un lavoro ma non nego che le difficoltà siano parecchi – afferma Mauro – Non c’è “la moda” di farsi fare delle scarpe o delle borse fatte a mano, perché è quasi più importante la marca, non l’unicità e la qualità del pezzo. Ma comunque non mi arrenderò così facilmente».
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L’oro rosso della Sardegna: è tempo di raccolta dei “crocus” da cui si ricava lo zafferano
E' questo il momento dell'anno in cui si svolge la raccolta dei fiori, meticolosa, lenta e con le sue regole: la poesia dello zafferano sardo sta anche nel faticosissimo lavoro dei produttori della spezia, un lavoro che si fa esclusivamente a mano.
Ad agosto si piantano i bulbi del Crocus sativus, dopo che però sono stati estratti dal terreno dove riposavano dalla raccolta dell’anno prima. Prima però devono essere selezionati e spogliati delle tuniche più esterne. La raccolta dello zafferano che si svolge dalla seconda metà di ottobre fino ai primi di novembre, si ripete ogni mattina all’alba, prima che la luce del sole faccia aprire i fiori. La raccolta avviene rigorosamente a mano e fiori deposti dolcemente uno per uno nelle ceste di vimini che li lasciano respirare.
Poi gli stimmi, i preziosi filamenti rossi vengono delicatamente separati dal fiore, il giorno stesso della raccolta. Gli stimmi poi vengono disposto su un setaccio sopra la brace di legna perché devono essiccarsi, anche questo va fatto in giornata altrimenti gli stammi potrebbero marcire. Nei paesi centro dello zafferano (San Gavino, Turri, Villanovafranca) si tiene per tre weekend di fila il festival Strade dello Zafferano: qui tutte le info utili per partecipare.
Nelle foto scattate da @fraluphoto e Marina Floris, tutta la bellezza di questi magnifici fiori che nascondono una pazienza e una fatica incredibili. Il lavoro di chi coltiva lo zafferano è pesante, lento e si ripete sempre uguale dalla notte dei tempi, impossibile svolgerlo in altro modo se non a mano.
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