Il minestrone cun is gerdas: un tempo piatto della cucina povera, oggi quasi un lusso se fatto con le verdure fresche e magari anche bio.
Nel film di Scola “Una giornata particolare” Emanuele fervente fascista, entra in cucina, scoperchia la pentola sul fuoco e vede il minestrone. Allora si rivolge ad Antonietta (Sofia Loren), la moglie, e dice: «Oggi nun c’avevi voja de fa n’c…o, eh!».
In realtà il minestrone è una ricetta dalla preparazione molto lunga, ovviamente se si decide di cucinarlo secondo tutti i crismi.
Niente busta di verdure surgelate da versare direttamente in pentola quindi, né tanto meno legumi in scatola. Si tratta di un piatto unico e assolutamente perfetto dal punto di vista nutrizionale: contiene vitamine, proteine, carboidrati, grassi e fibre. Il minestrone è probabilmente il piatto che vanta in assoluto il maggior numero di varianti, ma quello sardo è uno solo e va preparato seguendo la ricetta tradizionale, visto che anche la scienza l’ha annoverato tra i segreti della ormai proverbiale longevità isolana.
Ingredienti
Fregola sarda 150 g
Pomodori – maturi, 300 g
Finocchietto Selvatico – 200 g
Fagioli secchi, 80 g Fave secche, 80 g (precedentemente tenuti a bagno 12 ore)
Ceci 80 g (precedentemente tenuto a bagno 24 ore)
Lardo 70 g
Prezzemolo 50 g
Cipolle 1 di media misura
Carote 1
Sedano – 1 gambo
Aglio 1 spicchio
Carne di Maiale 150 g di cotenne fresche
Carne di Maiale – 1 piedino e 1 orecchio
Pecorino
Pepe
Sale
Pane civraxiu
Partiamo dall’abicì: il soffritto. Il vero minestrone sardo prevede che carote, sedano, cipolla, prezzemolo e aglio vengano fatti appassire finemente tritati, nell’olio extra vergine di oliva. Si aggiungono i pomodori tagliati e setacciati. Quindi si aggiunge al soffritto il lardo crudo tagliato a dadini. Siccome del maiale non si butta via nulla, al soffritto si unisce anche l’orecchio, il piedino e le cotenne dopo averli fatti passare su una fiamma per eliminare le setole. A questo punto un po’ per l’aroma, un po’ per le sue proprietà digestive si aggiunge il finocchietto tagliato a pezzetti e infine ceci, fave e fagioli ben scolati dall’acqua di vegetazione. Si uniscono due litri d’acqua fredda sale e pepe e si lascia cuocere per circa due ore a fuoco lento. A circa 20 minuti dal termine della cottura si versa la fregola, e si mescola ogni tanto. Quando le parti del maiale saranno quasi cotte, si scolano, si tagliano a striscioline e si rimettono in pentola per ultimare la cottura. Infine, a fuoco spento si aggiungono “is gerdas” i ciccioli, ovvero ciò che rimane dalla preparazione dello strutto, che ovviamente nella cucina contadina era impensabile buttare. Si dispongono due fette di civraxiu, precedentemente strofinate con uno spicchio d’aglio condite con olio e sale e abbrustolite, sul fondo di capienti ciotole e si versa il minestrone caldissimo. Completerà il piatto un’abbondante spruzzata di pecorino. Se poi a questo elisir di lunga vita se ne vuole aggiungere un altro, questo minestrone si abbina ai rosati, perfetto Il Nepente di Oliena Cannonau Rosato servito a 10°-12°.
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