Giulia, volata in cielo a soli 10 anni. Il suo sogno: regalare i suoi giochi ai bimbi bisognosi

Il suo ricordo vive con l'iniziativa "Regaliamo a Cagliari per tutti i bambini: il sogno di Giulia" portato avanti dai suoi genitori e da altri volontari. Giochi e vestiario per i bambini più bisognosi. Proprio come aveva chiesto lei.
Giulia aveva un sogno: diventare veterinaria. Voleva fare del bene agli animali. Ma questo sogno non potrà mai realizzarlo, perché un tumore cerebrale non le ha lasciato scampo e se l’è portata via a maggio di quest’anno. Aveva solo 10 anni. Era una bambina, ma aveva un cuore grande come una casa. Sapeva tutto sulla sua malattia e sapeva che se ne stava andando e così ha espresso uno dei suoi ultimi desideri e ha chiesto a mamma e papà di donare tutti i suoi giochi ai bambini bisognosi.
E così, appoggiandosi all’associazione “Charlie Brown”, a settembre i suoi genitori, Eleonora e Alfio, hanno cominciato a esaudire la sua volontà tramite l’iniziativa “Regaliamo a Cagliari per tutti i bambini: il sogno di Giulia” (di cui è stato creato anche un gruppo Facebook). Altri bambini giocheranno con i giochi con i quali ha giocato lei. Ma non solo: il mercoledì e il venerdì dalle 16:30 alle 19:30, chi ne ha bisogno può recarsi in via Giardini 159 a prendere un gioco, ma anche qualche capo di vestiario (per bimbi e ragazzini da 0 a 14 anni), girelli, seggiolini e quant’altro. E chi invece vuole, può portare ciò che i propri bimbi non usano più, in modo da lasciarlo a disposizione di chi ne ha bisogno. Di questa iniziativa se ne parlerà anche a Uno Mattina il 28 dicembre a partire dalle 9. A breve nascerà l’associazione che porterà avanti ciò che lei aveva chiesto si facesse dopo la sua morte. Il nome è tutto da decidere, così come la sede: quello che di certo si sa è che non si chiamerà “Il sogno di Giulia”, poiché – come scoperto ieri mattina dai genitori della piccola – ne esiste già una con lo stesso nome a Sassari.
Giulia aveva 6 anni quando ha scoperto di avere il tumore. Tutto cominciò con dei forti dolori alla testa che non la facevano dormire. Poi la diagnosi, impietosa. I genitori hanno pensato fosse giusto che la piccola sapesse ciò che aveva, senza tenerle nascosto nulla. Sono stati quattro anni tra casa e ospedali, un via vai continuo nella speranza di poter fermare il mostro che l’aveva aggredita. Trasfusioni, chemioterapia. Ma la piccola continuava a lottare. «Giulia era una bambina solare, un po’ timida ma molto generosa – dice la mamma – amava il prossimo, pensava più agli altri che a sé stessa. Ha sempre dato i suoi giocattoli ai bambini più piccoli. Era anche un’artista: faceva presepi che poi portava nelle case degli altri, pitturava, suonava il piano». Oggi Giulia sarebbe contenta che il suo sogno di aiutare gli altri è stato realizzato dai suoi genitori e dalle persone che vogliono mantenere vivo il suo ricordo e i valori in cui credeva.

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