Abusa della figlia per 20 anni e dall’incesto nasce una bambina

Terrificante vicenda dalla provincia di Lecce: un uomo ha abusato per 20 anni della figlia. Dalle ripetute violenze nel 2010 è nata una bambina. La terribile storia è stata venuta alla luce grazie ai racconti dalla vittima, ormai adulta
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Choccante vicenda che arriva dalla provincia di Lecce. Come riporta Tgcom, un uomo è stato arrestato con l’accusa di aver violentato per vent’anni la figlia che, a seguito degli abusi subiti, nel 2010 ha avuto una bambina. L’accusa è di violenza sessuale aggravata e continuata e maltrattamenti in famiglia. Le manette sono scattate dopo la denuncia della figlia, che ad agosto ha trovato il coraggio dopo anni di denunciare le violenze subite.
A incoraggiare la donna a rivolgersi alle forze dell’ordine per denunciare gli abusi sopportati tra le mura domestiche è stato il compagno, con cui lei vive in provincia di Brindisi. La terribile vicenda sarebbe cominciata nel 1995, quando la vittima era ancora minorenne. A confermare le accuse della giovane donna sono stati gli esiti del test del Dna, secondo i quali la bambina è frutto dell’incesto.

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Come si dice autunno in sardo campidanese e da dove deriva questa parola?

La domanda per chi vuole approfondire la cultura isolana: come si dice autunno in sardo?
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Come si dice autunno in sardo campidanese e da dove deriva questa parola?
La domanda per chi vuole approfondire la cultura isolana: come si dice autunno in sardo?
Il fascino etimologico dell’autunno in sardo, tra latino e influenze iberiche.
La Sardegna è un’isola dalla ricchezza linguistica inestimabile, una terra dalle tante lingue e varianti che riflette la sua storia millenaria. Essendo stata colonizzata e occupata da tanti popoli, l’isola presenta numerose differenziazioni e inflessioni dialettali che ne fanno un caso studio per la linguistica romanza. In questo affascinante scenario, sorge spontanea la domanda per chi vuole approfondire la cultura isolana: come si dice autunno in sardo?
In una terra agro pastorale come la Sardegna, dove la vita è scandita dai momenti legati alla terra, l’autunno era un momento importante. Era la stagione della maturazione finale e delle prime fatiche invernali, cruciale per la sopravvivenza delle comunità.
Scopriamo come si dice in sardo campidanese. La denominazione più diffusa per indicare la stagione che succede all’estate non è autoctona, ma rivela le profonde stratificazioni culturali che hanno modellato il sardo. In sardo si dice atongiu, un termine che illustra perfettamente i legami storici dell’isola.
L’origine etimologica di questo vocabolo è triplice e affascinante. La forma atongiu è direttamente mutuata dallo spagnolo otono (o otoño in grafia moderna), un’influenza che testimonia il lungo periodo di dominazione iberica in Sardegna. A sua volta, il termine spagnolo deriva dal latino. La radice ultima del vocabolo risiede infatti dal latino autumnus, la forma classica da cui provengono tutte le varianti romanze del nome di questa stagione. Il campidanese, in questo specifico caso, ha veicolato la parola non direttamente dal latino, ma attraverso la mediazione iberica, fissando la propria variante in atongiu.
Questo piccolo frammento linguistico racchiude un’intera lezione di storia: la permanenza del latino autumnus, l’impronta lasciata dal periodo spagnolo e la capacità della lingua sarda di accogliere e adattare i termini, arricchendo il suo vocabolario. La risposta alla domanda su come si dice autunno in sardo svela, dunque, l’identità complessa e storicamente stratificata della Sardegna centrale, ben oltre la semplice traduzione.

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