«Sono orgogliosa di questo importante riconoscimento. Sono fiera anche del ruolo che ricopro. Nel corso della mia carriera lavorativa non ho mai subito discriminazioni». Con queste parole, la dirigente del XIII Reparto Mobile della Polizia di Stato Sardegna, Adriana Cammi, ha voluto esprimere gratitudine per aver ricevuto il premio AIDDA 2018, prestigioso riconoscimento che da quattordici anni premia le donne che si sono distinte nel proprio lavoro in ruoli importanti e che le è stato conferito oggi pomeriggio in Municipio a Cagliari dal sindaco Massimo Zedda e dalla presidentessa di AIDDA Sardegna Caterina Montaldo.

Cammi, quartese di nascita, è in assoluto la prima donna in Italia a ricoprire questo importante ruolo, conferitole a luglio dal capo della Polizia Franco Gabrielli. Il suo è un curriculum di tutto rispetto. Si laurea in legge e nel 1993 diviene vicedirigente della Polfer di Cagliari; dal 1996 al 2004, sempre nel capoluogo sardo, dirige le Volanti, l’Ufficio Minori e Personale e dal 2000 al 2002 ha riveste il ruolo di portavoce stampa e responsabile Ufficio Relazioni esterne e sito web e Vice Capo di Gabinetto.

Successivamente diviene dirigente del Gabinetto regionale di Polizia Scientifica di Cagliari, e dal 2007 al 2011 responsabile della Sezione di Pg della Procura della Repubblica del capoluogo. Dunque una carriera svolta esclusivamente in Sardegna, la sua terra.

«Adriana Cammi è la testimonianza che le donne si stanno affermando in tantissimi ambiti con professionalità e competenza», ha osservato il sindaco di Cagliari Massimo Zedda . Alla premiazione erano presenti anche il questore di Cagliari Pierluigi D’Angelo, la Prefetta Romilda Tafuri e rappresentanze di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza ed Esercito.

«Scusi, chi comanda in casa?»: questa la domanda che il documentarista Rai Luca Pinna rivolse alle donne sarde nel 1965.

«Io e mio marito» risponde la prima intervistata che poi racconta la gestione delle finanze della famiglia, compresa quella dello stipendio del figlio maggiorenne ancora in casa.

Più netta la risposta della seconda intervistata che davanti al focolare domestico acceso replica seccamente: «La moglie comanda, il marito va a lavorare. Porta i soldi a casa e li consegna alla moglie. L’educazione spetta alla mamma. La padrona sono io».