Diciotto, dodici e nove anni. Questa l’età delle tre sorelle nomadi di origini bosniache bloccate nella serata di ieri dagli agenti della Squadra Volante di Cagliari dopo essere state sorprese a rubare all’interno del supermercato Auchan di Pirri. La maggiorenne, R.S., è stata arrestata.

Era stato il personale di vigilanza a bloccarle e a chiamare la Polizia. Giunti sul posto gli agenti hanno accertato che le tre sorelle avevano nascosto abbigliamento e bigiotteria rubato all’interno del supermercato, per un valore di 160 euro, prima di arrivare in cassa e pagare regolarmente alimenti e bevande. 

La più grande delle tre inizialmente si è dichiarata minorenne di età e ha detto ai poliziotti di non avere con sé alcun documento. Ma dopo un rapido controllo è stato trovato nella sua borsa il documento di identità che attestava il compimento del 18esimo anno di età.

Le due sorelline di 9 e 12 anni sono state riaffidate alla madre, la maggiorenne invece è stata portata ai domiciliari in attesa del processo con rito per direttissima previsto per oggi.

Un’atmosfera intima e vibrante ha avvolto ieri il Conservatorio di Cagliari durante il concerto di Patty Pravo, icona intramontabile della musica italiana, che ha scelto il capoluogo sardo come tappa del suo tour. Ma prima ancora che le luci si abbassassero e la voce inconfondibile di Nicoletta Strambelli riempisse la sala, un messaggio è stato diffuso al pubblico: niente telefoni, niente foto o video durante lo spettacolo.

Patty Pravo a Cagliari, foto condivisa dalla cantante

Un appello semplice, ma potente. Un invito a scollegarsi dai dispositivi per connettersi davvero con la musica, con l’artista, con l’emozione del momento. E Patty Pravo, che da sempre ama il contatto diretto con il suo pubblico, ha scelto di unirsi a quella sempre più ampia schiera di artisti che chiedono rispetto per il presente, per il tempo condiviso, per lo spazio sacro del live.

Il gesto, ormai sempre più diffuso, riaccende una riflessione necessaria: i telefoni durante i concerti sono diventati una distrazione costante, per chi guarda ma anche per chi ascolta. Trovarsi davanti qualcuno che filma per interi minuti, con lo schermo sollevato sopra la testa, spezza la magia e impone agli altri spettatori un filtro digitale tra sé e la scena.

Eppure, nonostante il fastidio diffuso, non riusciamo a farne a meno. È il riflesso di un’epoca in cui l’esperienza non sembra esistere davvero se non è documentata. Ma cosa perdiamo nel frattempo? Forse proprio l’essenza dell’evento: la musica, la voce, le emozioni in presa diretta.

Quella di Patty Pravo, dunque, non è una semplice richiesta tecnica, ma un atto d’amore per la musica e per il pubblico: “Godetevi l’attimo”, sembra dire, “perché è unico e irripetibile”. Un invito prezioso, soprattutto in tempi in cui la memoria viene affidata più allo storage del telefono che al cuore.