Sabato 8 giugno dalle ore 15 alle ore 23 e domenica 9 giugno dalle ore 7 alle ore 23 si vota a Cagliari per l’elezione del sindaco e per il rinnovo del Consiglio Comunale. Abbiamo rivolto ai cinque candidati alla carica di primo cittadino 10 domande (uguali per tutti) sul futuro e le prospettive della città.
Ecco l’intervista alla candidata Claudia Ortu, alla guida di Cagliari popolare – Alternativa di classe, sostenuta da Potere al Popolo e Pci.
Si presenti e ci racconti perché si è candidata
Ho 47 anni, e sono ricercatrice universitaria e giornalista pubblicista. Mi occupo di discorso politico nei paesi di lingua inglese e in particolare del discorso neoliberista. Sono coordinatrice nazionale di Potere al Popolo e attiva nel
movimento di solidarietà con il popolo palestinese e in quello contro le basi militari in Sardegna. La mia candidatura deriva da una decisione collettiva che è quella di riportare nel dibattito pubblico una prospettiva di classe e anticapitalista. Riteniamo infatti che questo modo di produrre basato sulla ricerca del profitto e non sulla risposta ai bisogni delle persone sia responsabile della crisi climatica che ci minaccia e in generale del malessere che consuma le nostre vite e ci rende infelici.
Quali sono i tre punti principali del suo programma?
Vogliamo una Cagliari per chi la vive tutti i giorni e non uno scenario per turistə nel quale diventiamo comparse. L’economia cittadina deve vivere di molte attività diverse, non solo di turismo. Per questo lavoreremo perché le molte case ora adibite a Bed and Breakfast ritornino nel mercato immobiliare per le persone che a Cagliari vivono, studiano e lavorano. Nella stessa ottica faremo in modo che il Mercato di Santa Chiara ritorni a essere un mercato popolare a servizio della cittadinanza e perché quello di San Benedetto rimanga tale. Lavoreremo inoltre per il rilancio di tutti i mercati comunali.
Abbiamo bisogno di tante piccole opere, non di grandi cantieri faraonici! La nostra città ha bisogno di piccole opere di adattamento alla crisi climatica, dei rifugi climatici che si possono ottenere con l’aumento del verde cittadino in tutti i quartieri e l’istituzione di punti di accesso pubblici all’acqua potabile. Non è accettabile che solo chi ha i soldi abbia refrigerio e comodità. Per questo vogliamo anche bagni pubblici dignitosi e accessibili diffusi in tutti i quartieri.
Salario minimo comunale a 10 euro all’ora e internalizzazione dei servizi. I servizi pubblici, come ad esempio un servizio essenziale come quello garantito da educatrici e educatori che entrano nelle nostre scuole, sono gestiti meglio se è il Comune a farlo direttamente, senza figure intermedie che devono trarre il loro profitto a danno sia del servizio sia di lavoratrici e lavoratori. Ancora prima di completare l’internalizzazione, però, è necessario imporre alle imprese che ottengono appalti dal comune la garanzia di un salario di almeno 10 euro all’ora per lavoratrici e lavoratori.
Se dovesse essere eletta, qual è il provvedimento più importante che intende adottare nei primi 100 giorni di mandato?
Oltre ad avviare il lavoro per portare avanti i tre punti evidenziati sopra, nei primi 100 giorni aderiremmo sicuramente al boicottaggio di istituzioni e aziende israeliane, non solo perché non vogliamo contribuire al massacro del popolo palestinese, ma anche perché queste esportano da noi le stesse logiche di guerra e sfruttamento che applicano nella Palestina Occupata.
Quali progetti intrapresi dall’amministrazione ritiene validi e quali invece crede che andrebbero modificati?
Dell’amministrazione precedente salvo solo, e a malapena, la scelta di destinare dei fondi all’abbattimento dei costi del trasporto pubblico. L’esecuzione del provvedimento, però, è stata a dir poco scandalosa perché ha tagliato fuori le parti più fragili dell’utenza, ossia le persone che non hanno dimestichezza con la tecnologia (soprattutto persone anziane). Tra le prime cose che ci ripromettiamo di fare c’è la cancellazione regolamento sul decoro urbano; una misura inutilmente punitiva delle fasce sociali più deboli e disagiate e persecutoria nei confronti delle persone residenti nel centro storico.
Proibire alle persone di stendere i panni in centro e sanzionare chi mette le bici ai pali è il solito modo delle amministrazioni di nascondere la polvere sotto il tappeto. Per noi le cose non si risolvono con la repressione ma offrendo alternative sostenibili, come per esempio creando degli stalli per bici nelle zone delimitate in giallo in prossimità degli incroci. Questo ci darebbe il doppio vantaggio di poter lasciare le bici e allo stesso tempo renderebbe impossibile parcheggiare in quegli spazi, favorendo la visibilità e, di conseguenza, l’attraversamento in sicurezza degli incroci.
Igiene urbana. Come considera le politiche attuate dalle precedenti amministrazioni? Eventualmente, cosa intende fare per migliorare il servizio?
Il servizio è senza dubbio carente. Secondo noi è necessario riportarlo sotto controllo diretto del comune, come era in
passato, e non darlo più in appalto. Questo garantirebbe un risparmio e la possibilità di avere un servizio molto flessibile nel tempo. In generale comunque vanno trovate strategie diverse per quartieri diversi. Non possiamo avere lo stesso tipo di raccolta a San Benedetto e al Poetto.
Emergenza abitativa. Cagliari, come tante altre città, sta affrontando un’ emergenza abitativa sia per quanto riguarda gli acquisti che gli affitti degli immobili. Cosa vorrebbe fare a tal proposito?
Prima di tutto porre un freno alla monocoltura del turismo che ha portato a una spirale di crescita dei prezzi. Inoltre,
intendiamo avviare una ricognizione di edifici pubblici che possiamo destinare ad alloggi popolari soprattutto nei quartieri del centro storico in modo da riportare le persone a vivere il centro. Questo dovrebbe avviare un processo di progressivo ripopolamento non solo delle persone, ma anche del commercio di prossimità che va scomparendo.
Sicurezza. Ritiene che Cagliari sia una città sicura? Cosa si potrebbe migliorare?
Ritengo che una città sia sicura quando le cittadine e i cittadini popolano i suoi spazi. Creare delle possibilità di stare nelle strade e nelle piazze senza essere obbligatə a consumare è uno dei meccanismi che possiamo utilizzare. Il problema delle varie forme di cosiddetta devianza, dal piccolo furto agli episodi più gravi e drammatici che abbiamo visto recentemente, deve essere affrontato alla radice. Dobbiamo eliminare le cause di questi fenomeni che sono sempre inevitabilmente sociali, economiche e sanitarie. Il definanziamento di tutti i servizi socio-assistenziali e sanitari ci sta iniziando a presentare il conto, è necessaria una decisa inversione di tendenza.
Trasporti. Considera sufficiente l’attuale offerta di mobilità pubblica e leggera? Quali migliorie crede che andrebbero apportate al sistema trasportistico cittadino?
Il trasporto pubblico può sempre essere migliorato e per noi è un aspetto fondamentale della nostra idea di città che deve vedere una decisa diminuzione delle auto private in circolazione. Questo perché la transizione ecologica non si fa trasformando il trasporto privato da benzina a elettrico, ma trasformando il trasporto da privato a pubblico. La direttrice principale della nostra azione sarà quella di renderlo sempre più conveniente per tutti e tutte, rendendolo più capillare e progressivamente gratuito. Chiaramente per noi il trasporto pubblico deve essere multimodale e deve prevedere molte stazioni di scambio fra un mezzo e l’altro. Nella nostra idea di città esercita un ruolo molto importante anche il servizio di auto in condivisione. Dobbiamo pian piano sbarazzarci delle nostre auto e dei loro costi fissi e liberare le nostre strade da auto che passano la maggior parte del tempo ferme.
Cosa pensa dei suoi avversari?
Per me la grande questione è che manca una scelta di campo. La politica in generale è poco entusiasmante se non si esplicita una scelta a favore di una o dell’altra parte del conflitto fra capitale e lavoro. Nessuna delle altre forze in campo esprime una scelta chiara in questo senso. Se ci fosse piaciuto quello che stava nell’offerta politica non avremmo preso la decisione di candidarci.
Faccia un appello al voto agli elettori
Il nostro appello al voto sta nello slogan della campagna: Scegli la tua parte. Noi invitiamo le persone che vivono, o vorrebbero vivere, visto il grande numero di persone disoccupate, di stipendio o salario, e che nel loro complesso compongono la classe lavoratrice, a votare per portare avanti i propri interessi. Noi siamo da quella parte e l’abbiamo scelta, chiediamo a elettrici ed elettori di fare altrettanto.
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