È morta la magistrata sarda Simonetta Sotgiu, che lottò in prima linea per i diritti delle donne

Insieme a Tina Anselmi, Alma Capiello e Tina Lagostena Bassi ottenne che per legge la violenza contro le donne non fosse più un delitto contro la morale, ma un delitto contro la persona. In Sardegna è stata tra le artefici della legge sulla doppia preferenza di genere in Consiglio regionale.
Si è spenta a Sassari all’età di 80 anni la magistrata sarda Simonetta Sotgiu, giudice di Cassazione e una delle prime donne magistrato della storia d’Italia. Ma il suo più grande merito è stato quello di aver lottato tutta la vita per i diritti delle donne. I suoi funerali sono stati celebrati oggi a Sassari, la sua città.
Simonetta Sotgiu, oltre ad aver ricoperto alcuni dei più importanti incarichi nel mondo giudiziario, tra cui quelli di consigliera di cassazione e vice presidente per due mandati della Commissione nazionale di parità presso la Presidenza del Consiglio, è passata alla storia per alcune battaglie storiche, come quella contro la “sentenza dei jeans”, che vide l’assoluzione di un uomo per il fatto che i jeans, essendo difficilmente sfilabili, erano stati la prova che la donna era consenziente. Insieme a Tina Anselmi, Alma Capiello e Tina Lagostena Bassi ottenne che per legge la violenza contro le donne non fosse più un delitto contro la morale, ma un delitto contro la persona. In Sardegna è stata tra le artefici della legge sulla doppia preferenza di genere in Consiglio regionale.

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