Raccontare “Terra Nostra”, la terra dei centenari significa toccare l’Ogliastra e tutta la generosa bellezza della natura. Significa sentire gli odori del bosco, il sapore del formaggio dei pastori, il profumo del pistoccu appena sfornato, la brezza del suo mare. Significa lasciarsi abbracciare dal calore della sua gente, che avvolge e protegge. In questa terra ricca di umanità e valori vivono le donne e gli uomini più longevi al mondo. A loro, alla longevità è stata dedicata una rassegna di incontri fra medici, studiosi esperti dell’Università di Cagliari, della Bielorussia, coordinati da Roberto Pili, della Comunità mondiale della longevità.

Nella splendida cornice dell’Hotel Experience Corte Bianca di Marina di Cardedu, l’Associazione culturale Vista Net in collaborazione con la famiglia Bovi hanno saputo gestire in modo speciale la manifestazione, con cene e serate di degustazione, l’esibizione dei gruppi folk di Tortolì e Bari Sardo, il coro Montesantu di Baunei, il coro a tenores di Cardedu e le launeddas di Roberto Tangianu.

Nel bosco, sospese fra gli alberi, le grandi fotografie illuminate dei centenari di Daniela Zedda hanno reso magica l’atmosfera notturna. L’artista Andrea Loddo di Lanusei
ha affascinato il pubblico con la fusione del bronzo e la realizzazione dei bronzetti nuragici, attività che hanno messo in mostra le varie tappe della lavorazione dell’antico popolo dei nuraghi.

Lungo il viale delle piscine la mostra degli artigiani coordinati da Joias, con le ceramiche cotte sul posto, gli scialli, le borse di Baunei, i gioielli di Giancarlo Mei di Bari Sardo, hanno accompagnato i visitatori in un percorso di arte e tradizioni della Sardegna. Dopo l’esibizione dei poeti improvvisatori di Cardedu, il concerto al pianoforte del cantautore Piero Marras, con le sue canzoni senza tempo, ha accompagnato gli ospiti in un’atmosfera magica e suggestiva, fatta di melodie dedicate alla Sardegna.

FOTO DI ALESSANDRO PIGLIACAMPO

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.