Black out di tre ore. Viaggio odissea a bordo della Tirrenia, Cagliari Civitavecchia
Da Cagliari a Civitavecchia in 18 ore: black out in mezzo al mare nel cuore della notte durato tre ore. A denunciare l'accaduto è il deputato di Unidos, Mauro Pili: "I passeggeri a bordo sono stati costretti a pagare lautamente la connessione Internet per poter avvisare i parenti su quanto stava accadendo"
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Blackout di tre ore in mezzo al mare durante la notte. Diciotto ore di navigazione per arrivare da Cagliari a Civitavecchia, la denuncia del deputato di Unidos, Mauro Pili.
“Dopo 18 ore di navigazione la nave Moby Dada è arrivata da poco nel porto di Civitavecchia. Una vera e propria odissea con centinaia di passeggeri vittime dell’ennesimo black out in mezzo al mare durato oltre tre ore. Si tratta di un fatto di una gravità inaudita perché ancora una volta è stata messa a repentaglio la sicurezza di una nave passeggeri pagata lautamente come servizio pubblico.
Si tratta di una nave di oltre quarant’anni di vita, una carretta del mare, che non può più essere utilizzata sulle rotte da e per la Sardegna. Il tutto è successo alle 2.41 stanotte quando la nave a metà strada tra Cagliari e Civitavecchia si è fermata, così come mettono in evidenza anche i tracciati radar. I passeggeri a bordo sono stati costretti a pagare lautamente la connessione Internet per poter avvisare i parenti su quanto stava accadendo.
A bordo della nave vi erano anche decine e decine di uomini delle forze dell’ordine che scortavano un carico della Banca d’Italia destinato a Roma. È indispensabile che quanto accaduto induca il ministro dei trasporti ad intervenire senza ulteriori indugi proprio perché si tratta di un servizio pubblico e non può essere gestito con tanta spregiudicatezza e irresponsabilità”.
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Come si dice caminetto in sardo campidanese?

Caminetti sardi: tradizioni e calore al centro dell'inverno. Questo elemento, simbolo di convivialità e calore domestico, rappresenta un’istituzione ben radicata nella cultura isolana. Ma come si dice caminetto in sardo campidanese?
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Come si dice caminetto in sardo campidanese?
Caminetti sardi: tradizioni e calore al centro dell’inverno. Questo elemento, simbolo di convivialità e calore domestico, rappresenta un’istituzione ben radicata nella cultura isolana. Ma come si dice caminetto in sardo campidanese?
Con l’arrivo dell’inverno, nelle serrate serate fredde che caratterizzano la stagione, il caminetto torna a ricoprire un ruolo fondamentale nei paesi della Sardegna. La risposta a questa curiosità è tanto affascinante quanto variegata: i termini più utilizzati per descrivere questo indispensabile fonte di calore sono tziminera, ziminera, giminera, ma anche forredda, foxili e fogu.
La lingua sarda, con le sue sfumature dialettali, riflette una tradizione agropastorale che ha sempre caratterizzato la vita nell’isola. In particolare, nei comuni dell’entroterra, dove gli inverni possono essere piuttosto rigidi, il caminetto ha storicamente assunto un’importanza cruciale, non solo per il riscaldamento, ma anche come centro di socializzazione, dove le famiglie si riuniscono attorno alle fiamme danzanti per raccontare storie e condividere momenti di intimità.
Il termine tziminera deriva dallo spagnolo chiminera, evidenziando le influenze culturali che hanno attraversato la storia sarda. Ma qualsiasi sia il nome con cui lo si chiama, il caminetto resta un simbolo di calore e accoglienza. Quindi, mentre ci prepariamo ad affrontare il freddo, non dimentichiamo di accendere queste tradizioni che riscaldano non solo gli ambienti ma anche i cuori. E voi, come chiamate questo pezzo di storia e cultura?
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