Black out di tre ore. Viaggio odissea a bordo della Tirrenia, Cagliari Civitavecchia

Da Cagliari a Civitavecchia in 18 ore: black out in mezzo al mare nel cuore della notte durato tre ore. A denunciare l'accaduto è il deputato di Unidos, Mauro Pili: "I passeggeri a bordo sono stati costretti a pagare lautamente la connessione Internet per poter avvisare i parenti su quanto stava accadendo"
Blackout di tre ore in mezzo al mare durante la notte. Diciotto ore di navigazione per arrivare da Cagliari a Civitavecchia, la denuncia del deputato di Unidos, Mauro Pili.
“Dopo 18 ore di navigazione la nave Moby Dada è arrivata da poco nel porto di Civitavecchia. Una vera e propria odissea con centinaia di passeggeri vittime dell’ennesimo black out in mezzo al mare durato oltre tre ore. Si tratta di un fatto di una gravità inaudita perché ancora una volta è stata messa a repentaglio la sicurezza di una nave passeggeri pagata lautamente come servizio pubblico.
Si tratta di una nave di oltre quarant’anni di vita, una carretta del mare, che non può più essere utilizzata sulle rotte da e per la Sardegna. Il tutto è successo alle 2.41 stanotte quando la nave a metà strada tra Cagliari e Civitavecchia si è fermata, così come mettono in evidenza anche i tracciati radar. I passeggeri a bordo sono stati costretti a pagare lautamente la connessione Internet per poter avvisare i parenti su quanto stava accadendo.
A bordo della nave vi erano anche decine e decine di uomini delle forze dell’ordine che scortavano un carico della Banca d’Italia destinato a Roma. È indispensabile che quanto accaduto induca il ministro dei trasporti ad intervenire senza ulteriori indugi proprio perché si tratta di un servizio pubblico e non può essere gestito con tanta spregiudicatezza e irresponsabilità”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
“Il nostro Sant’Efisio tra chi ha bisogno”, ecco come hanno onorato il santo i volontari di Amici della Strada

Festeggiare Sant'Efisio aiutando chi ha bisogno: ecco come hanno onorato il santo i volontari di Amici della Strada.
Mentre le strade si riempivano di colori, costumi tradizionali e fedeli in festa per la storica processione di Sant’Efisio, un gruppo di volontari ha scelto una celebrazione diversa, silenziosa ma profondamente significativa. Sono gli Amici della Strada Sardegna, insieme ai Volontari di Strada della Caritas dell’Arcidiocesi di Cagliari, che ieri hanno dedicato la giornata alle persone più fragili.
“Nella giornata della festa abbiamo preferito andare incontro a chi non può permettersi neppure un bicchiere d’acqua fresca. Questa è stata la nostra forma di devozione”, ha spiegato Roberto Carrus, presidente dell’associazione Amici della Strada Sardegna. Le segnalazioni ricevute da cittadini e operatori sociali hanno permesso ai volontari di raggiungere diverse famiglie in gravi difficoltà economiche, alcune senza i servizi essenziali e con numerosi figli a carico.
Theodor, Giuseppe, Marco e Gaia: le vite nascoste sotto i ponti di Cagliari
La storia di Irene, cagliaritana: vende il suo corpo per sopravvivere e mantenere suo figlio
Nel pomeriggio, un altro gesto simbolico: un vassoio di dolci è stato consegnato in una casa protetta a Quartucciu, portando un momento di dolcezza e compagnia a chi vive condizioni di solitudine e fragilità. Più tardi, nella notte, è stato consegnato un paio di scarpe a un clochard che camminava scalzo per le strade della città. “Condividere il poco che si ha è il gesto più potente. In fondo, siamo convinti che Sant’Efisio avrebbe approvato questa scelta: portare conforto dove ce n’è più bisogno”, ha aggiunto Carrus.
La giornata si è conclusa senza clamore, ma con la consapevolezza che anche un piccolo gesto può cambiare la giornata – o la vita – di chi ha meno. Una festa diversa, fatta di solidarietà, ascolto e presenza concreta. “Ringraziamo chi ci aiuta a segnalare queste situazioni invisibili. Sono proprio queste voci che ci permettono di intervenire dove i problemi sono più gravi”, ha sottolineato Carrus. Una missione che continua, silenziosa e quotidiana, nei vicoli delle città e nelle periferie dimenticate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA