Sportello Polifunzionale Mobile: ecco tutti i servizi erogati per i cittadini

Dopo il grande successo dell'anno scorso riapre lo Sportello Polifunzionale Mobile del Comune. Fino alla fine dell'anno tutti i sabati prima a San Benedetto e poi al Mercato di via Quirra. Ecco tutti i servizi erogati
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Due nuovi servizi per i cittadini che si aggiungono ai molti già proposti anche nella scorsa edizione, come il rilascio della carta di identità cartacea nei casi di urgenza (per esempio in caso di un viaggio imminente e di un biglietto già fatto o di una visita medica già prenotata), informazioni sulla carta di identità elettronica e sul sistema delle prenotazioni, il rilascio di certificati anagrafici, l’autenticazione di copie e di sottoscrizioni, le informazioni sui procedimenti di competenza del Comune. E ancora. Le segnalazioni sui disservizi e i reclami, la registrazione al portale tramite SPID, l’attività di orientamento e consulenza per i cittadini, la ricezione di richieste di accesso agli atti e la distribuzione di modulistica.
“E’ anche un nuovo modo di dialogare con i cittadini, prosegue Danilo Fadda, un momento di confronto e di dialogo che consente all’amministrazione di raccogliere suggerimenti e nuove proposte”. “Ancora tanti gli appuntamenti in questo e nei prossimi mesi per lo Sportello Mobile, afferma Claudia Medda assessore alla Comunicazione Istituzionale. Fino alla fine dell’anno tutti i sabati prima a San Benedetto e poi al Mercato di via Quirra. Un servizio di prossimità per i nostri cittadini che possono evitare così di fare la fila agli sportelli, venire al mercato a fare la spesa e usufruire dei servizi comunali”. “La sperimentazione dell’anno scorso, conclude Roberto Tramaloni presidente della commissione Affari Generali, è stata un grande successo per lo Sportello Polifunzionale Mobile e replicare anche quest’anno, con ulteriori servizi, è una scelta obbligata. E’ senz’altro un’iniziativa che va ripetuta nel tempo”.

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Cagliari, il Consiglio di Stato conferma il divieto di legare le bici fuori dagli stalli

Una decisione che farà discutere e che segna un punto a favore del decoro urbano in città. Il Consiglio di Stato ha "promosso" il giro di vite voluto dall'amministrazione dell'ex sindaco Paolo Truzzu, confermando la piena legittimità del divieto di incatenare le biciclette fuori dagli stalli dedicati.
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Cagliari, il Consiglio di Stato conferma il divieto di legare le bici fuori dagli stalli.
Una decisione che farà discutere e che segna un punto a favore del decoro urbano in città. Il Consiglio di Stato ha “promosso” il giro di vite voluto dall’amministrazione dell’ex sindaco Paolo Truzzu, confermando la piena legittimità del divieto di incatenare le biciclette fuori dagli stalli dedicati.
Con una sentenza che rigetta il ricorso presentato dalla Fiab di Cagliari, i giudici di Palazzo Spada hanno messo la parola fine a una lunga battaglia legale.
Il provvedimento, incluso nel regolamento di Polizia e Sicurezza Urbana approvato dalla precedente amministrazione comunale, stabilisce in modo chiaro e inequivocabile che è vietato legare le biciclette a “infrastrutture pubbliche non destinate allo scopo”. La violazione di questa norma comporta l’applicazione di sanzioni pecuniarie che vanno da un minimo di 100 a un massimo di 300 euro.
I giudici hanno spiegato che la decisione mira a tutelare, in un’ottica di miglioramento della vivibilità e del decoro della città, quelle infrastrutture che spesso si trovano sui marciapiedi, nelle piazze, nei parchi, o vicino a monumenti. Si tratta di elementi di arredo urbano come ringhiere, recinzioni o pali, per i quali è già generalmente vietata la sosta di qualsiasi veicolo. Pertanto, secondo il Consiglio di Stato, la disposizione non viola in alcun modo le norme del codice della strada.
Ma la sentenza va oltre, affrontando un punto cruciale sollevato dai ricorrenti. La Fiab aveva denunciato una presunta disparità di trattamento tra gli “utenti deboli”, ovvero i ciclisti, e gli “utenti forti”, come gli automobilisti, sostenendo che la norma penalizzasse i primi a vantaggio dei secondi. Il Consiglio di Stato ha respinto categoricamente questa tesi, evidenziando che una disparità di trattamento può essere configurabile solo in presenza di situazioni perfettamente identiche, e che tale condizione non sussiste in questo caso. I giudici hanno inoltre ritenuto infondata la disparità invocata in appello anche rispetto ai monopattini.
Infine, sono state giudicate infondate anche le censure che contestavano la presunta contraddittorietà del regolamento con gli obiettivi fissati dal Piano Urbano della mobilità sostenibile. A questo proposito, il Consiglio di Stato ha ribadito che si tratta di una valutazione discrezionale, per la quale “il giudice non può sostituirsi all’amministrazione”. La decisione ha quindi confermato la legittimità dell’azione comunale, stabilendo che la tutela del decoro urbano è un obiettivo prioritario che può essere perseguito attraverso normative specifiche.

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