(VIDEO) Lo schiavo evaso dalla prigione: l’elefante che scappa dal circo e cerca il mare

(VIDEO) Ha eluso la sorveglianza per cercare uno scenario più possibile vicino a quello che naturalmente gli spetterebbe. Il povero elefante è poi stato ricondotto nella sua prigione, il circo Orfei a a Santa Maria del Cedro, Calabria. E la gente, intorno, filmava, divertita un tristissimo spettacolo
canale WhatsApp
Ennesimo tentativo di fuga da parte di animali del circo. Stavolta ci ha provato un elefante del circo Amedeo Orfei, in Calabria a Santa Maria del Cedro, che ha eluso la sorveglianza per cercare uno scenario più possibile vicino a quello che naturalmente gli spetterebbe. Ha cercato acqua, il refrigerio, lo spazio aperto.
Sempre più spesso, i circensi si dimostrano incapaci di garantire, oltre che il benessere animale, anche la pubblica sicurezza. È importante ricordare, scrivono da Animal Amnesty, che è la terza volta che un elefante del circo Amedeo Orfei si allontana dal suo recinto, alla ricerca della libertà.
Poi, tristemente, lo schiavo è stato ricondotto dal suo carceriere nella cella, pronto ad essere nuovamente fotografato da chi non si rende conto della vita contro natura che l’animale e con lui tanti altri, sta conducendo.
Is Cungiaus, il più grande scavo a cielo aperto della Sardegna: scopriamo di cosa si tratta e dove si trova

Scopriamolo insieme, grazie alle bellissime foto di Denise Diana.
canale WhatsApp
Nel territorio comunale di Iglesias si apre Is Cungiaus, il più grande scavo a cielo aperto della Sardegna. Una voragine enorme che si estende su circa 10 ettari e che, tra il 1867 e i primi decenni del ‘900, ha visto l’estrazione di oltre un milione di metri cubi di roccia ricca di calamina, il minerale dal quale si estrae lo zinco.
La scoperta del deposito di calamine limonitiche sulla collina Monteponi segnò l’inizio di una fase cruciale per l’industria mineraria sarda. Per trattare il minerale e aumentarne il contenuto utile di zinco e ferro, furono realizzati batterie di forni a tino, generalmente disposti a gruppi di tre.
Questi forni, costruiti in pietrame con pianta quadra esterna e sezione trapezoidale, presentavano una camera di combustione interna a sezione conica: il minerale e il combustibile venivano inseriti dall’alto, mentre il calcinato si raccoglieva sotto la griglia.
Nel 1869 erano già tredici i forni operativi a Monteponi, una tipologia di impianto che sarebbe evoluta nel tempo in forni a riverbero, poi cilindrici a rotazione continua tipo Oxland e, successivamente, nella tecnologia Waelz.
Presso il sito di Is Cungiaus è ancora conservata una batteria di tre forni, mentre altri tre, più sofisticati nella costruzione, si trovano nella zona centrale dell’area industriale, sopra i locali oggi destinati all’Archivio Storico Minerario. Questi ultimi, negli anni Venti-Trenta, furono parzialmente obliterati per realizzare la Fonderia Bronzi e gli spazi di supporto alla Fonderia Ghisa.
Is Cungiaus non è solo un imponente scavo minerario: è un patrimonio industriale e architettonico che racconta la storia della Sardegna, dell’ingegno umano e della lunga epopea dell’estrazione mineraria dell’isola. Un luogo dove il passato della lavorazione del minerale si fonde con la monumentalità del paesaggio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA