Nella tarda serata di ieri  il conducente di una Volkswagen Golf si è trovato davanti sulla SS 129 un cinghiale che circolava liberamente sulla sede stradale di quel tratto. Non potendo evitare l’impatto ha travolto l’animale.

L’autista, illeso, ha allertato il numero di pronto intervento 112 ed una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Ottana è intervenuta per i rilievi unitamente al veterinario di turno per stabilire il decesso dell’animale. Il mezzo ha riportato lievi danni.

Pochi minuti dopo, sempre nello stesso tratto di strada a qualche km di distanza dal precedente incidente, un altro conducente questa volta di un furgone Renault, ha chiesto l’intervento dei militari perché aveva subito dei danni al mezzo a seguito di investimento di un altro cinghiale.

Al Poetto c’è un pezzetto di spiaggia di pochi metri che tutti i cagliaritani, da generazioni, chiamano “il buco”. Si tratta di una striscia di sabbia fra uno degli stabilimenti balneari storici della spiaggia dei centomila, il Lido e quello della Marina Militare.

Qui la sabbia è rimasta, come un tempo, bianchissima e finissima: le due strutture parallele degli stabilimenti hanno permesso che si mantenesse quasi intatta, pre-ripascimento.

Questo piccolo angolo di nessuno, in realtà è sempre stato di tutti: spesso utilizzato per entrare di straforo al Lido senza pagare il biglietto, qui vige da sempre un ordinato disordine. Niente ombrelloni monocolore piantati a pochi cm di distanza come negli stabilimenti lì vicino, niente guardiani pronti a controllare l’acquisto o meno del biglietto d’ingresso, niente di niente, solo sole, spiaggia, mare.

Un luogo di ricordi per generazioni di cagliaritani che lo hanno sempre vissuto come spazio libero e comunitario. Un “buco” che viene vissuto ancora oggi, fragile e prezioso, come simbolo del Poetto di un tempo che ancora resiste.