Sono passati almeno tre mesi da quando si è fatto sentire l’ultima volta. Andrea Casula, 41enne di Dolianova, era partito per Londra in cerca di lavoro e poco dopo era scomparso nel nulla. Su Facebook è nato un gruppo “Cerchiamo Andrea”, con la speranza che i social possano aiutare i familiari a ritrovarlo.

Andrea Casula è alto 180 centimetri, pesa 110 kg e ha i capelli rasati. Sulla parte più alta del naso ha una cicatrice e sul corpo quattro tatuaggi, una geisha sulla spalla destra e una sulla spalla sinistra, una spirale sul deltoide destro e un cane pittbull sulla spalla sinistra. Non ha né barba né baffi e non porta piercing o orecchini. 

«Purtroppo notizie ancora non ne abbiamo ricevuto però ci siamo rivolti alla trasmissione televisiva di “Chi l’ha visto”? – si legge nell’ultimo post del gruppo risalente a un mese fa – prontamente si sono subito attivati. Infatti sul sito della trasmissione troverete la scheda di Andrea».

Secondo la tradizione sarda ( ma non solo) il pane messo al contrario sul tavolo da imbandire è portatore di disgrazia e comunica mancanza di rispetto nei confronti degli altri commensali. Sicuramente i vostri nonni, almeno una volta, vi avranno sgridati nel vedervelo fare, ma forse non vi hanno mai spiegato il perchè tenevano al fatto che il pane venisse messo in tavola nel verso giusto.

Le spiegazioni sono varie e affondano le radici nell’antichità.

La prima, quella che tutti probabilmente conoscono, è legata alla religione. Il pane da sempre simboleggia il corpo di Cristo e chiaramente non è cosa bella e gradita che lo si presenti capovolto.

Ma esiste un’altra spiegazione, storica, che affonda le radici nel Medio Evo e che dalla Francia, di bocca in bocca, potrebbe essere arrivata in Italia e poi in Sardegna.  Nel Quattrocento, infatti, quando purtroppo era molto in voga la pena di morte, i fornai del regno avevano una sorta di “codice” tra loro.

Il pane è sempre stato visto, come dicevamo, alla stregua di un alimento sacro e quando i fornai erano costretti a venderlo ai boia che tanto disprezzavano, lo facevano preparandolo di bassissima qualità e porgendolo capovolto agli aguzzini. Si dice che fu per questo che il monarca Carlo VII escogitò la soluzione di far lavorare i boia incappucciati, così da non essere riconosciuti.