Le lega una pietra al collo e la butta in mare: “Non voleva farsi il bagno”
Una storia di terribile crudeltà che arriva dalla Sicilia. Mia pare non volesse farsi il bagno: il "padrone" allora decide di legarle al collo una grossa pietra e di buttarla in acqua lo stesso
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Il suo cane non voleva far il bagno, così lui gli ha legato una pietra al collo e lo ha gettato in acqua. È accaduto a Valderice, nel Trapanese. Mia, così si chiama la cagna (munita di microchip grazie a cui si è risaliti al proprietario), è però riuscita a liberarsi dal collare al quale era legata la pietra, e a tornare in riva. I bagnanti, che nel mentre si erano accorti della situazione e avevano chiamato la polizia, hanno prontamente soccorso l’animale. Il cane ora sta bene, il suo proprietario è stato individuato e denunciato. È ora accusato di maltrattamento di animali.
Il gesto ha infiammato le polemiche e suscitato l’ira degli animalisti. L’associazione Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali ha raccontato la vicenda su Facebook: “Il Presidente del NOITA Enrico Rizzi ha appena incontrato il sindaco di Valderice, Francesco Stabile ove si è verificato il gesto criminale di un balordo senza scrupoli. Il sindaco ha accolto il suo invito di seguire, congiuntamente alla mia associazione, tutto l’iter giudiziario, annunciando la costituzione di parte civile contro il balordo. Rizzi ha garantito al sindaco che seguirà personalmente la povera Mia, affinché appena uscita dall’ambulatorio ove è attualmente ricoverata, possa trovare una famiglia pronta ad accoglierla, in attesa della “confisca” definitiva disposta dalla Magistratura”.
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Il Fantasma dei Post Passati: perché senza advertising restano nell’ombra

Le campagne social ben confezionate e guidate da una strategia, sono come slitte trainate da renne veloci: raggiungono luoghi lontani, oltrepassano la nebbia, bussano alle porte giuste. Vediamo insieme perché!
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Nelle fredde e brumose sere che precedono il Natale, quando il fumo dei comignoli si mescola ai profumi di spezie e agrumi, le botteghe della città, siano esse reali o digitali, si riempiono di speranze. I mercanti moderni, armati non più di lanterne e cavalli ma di smartphone e pagine social, anelano a far crescere il proprio commercio come un abete che ogni giorno aggiunge un nuovo ramo verso il cielo.
Eppure, in questa grande metropoli digitale, piena di carrozze rumorose, insegne luminose e folle distratte, molti imprenditori confidano ancora che un semplice post, pubblicato con la timida speranza di un carolero solitario, possa risuonare alle orecchie del mondo intero. Lo immaginano elevarsi, leggero come un fiocco di neve, sopra il chiacchiericcio incessante delle strade social, raggiungendo miracolosamente nuovi clienti carichi di spirito d’acquisto.
Ma come il giovane Tim non può camminare senza stampella, così anche i contenuti organici (ovvero i post pubblicati senza nessun investimento economico) non possono reggersi da soli in un panorama dove ogni giorno migliaia di voci reclamano attenzione.
È la dura legge dell’algoritmo, un po’ simile a un austero contabile vittoriano: preciso, severo e del tutto insensibile alle buone intenzioni. Per quanto un contenuto possa essere bello, emozionante o ben scritto, senza un aiuto concreto spesso resta sommerso nella folla, come un canto sommesso perso nella nebbia londinese.
Ed è qui che appare, come lo Spirito del Natale Presente, la Sponsorizzazione.
Possente, luminosa, generosa, essa porta in sé il dono più prezioso: la possibilità di farsi vedere. Con un gesto simile a un benefattore che distribuisce monete ai bambini poveri, l’investimento in advertising apre porte, illumina vicoli bui, conduce il tuo messaggio nelle case, o meglio, nei feed di chi ancora non sapeva della tua esistenza.
Le campagne social ben confezionate e guidate da una strategia, sono come slitte trainate da renne veloci: raggiungono luoghi lontani, oltrepassano la nebbia, bussano alle porte giuste.
E poi c’è lui, misterioso e indispensabile: il remarketing. Egli svolazza come lo Spirito del Natale Futuro: silenzioso ma implacabile, torna da coloro che ti hanno già incontrato, ricordando loro che il tuo valore merita una seconda occhiata. Non è magia, è semplicemente dare una nuova possibilità a chi si era solo distratto.
Senza questo spirito di investimento, tuttavia, la bottega digitale resta come la casa cupa di Scrooge prima della redenzione: chiusa, isolata, invisibile alla città che brulica appena fuori dalla finestra. I post restano lì, come fantasmi del passato, pronti a bussare ma incapaci di farsi ascoltare.
Morale della storia:nel grande mercato del Natale digitale, chi vuole essere visto deve imparare a donare. Perché nulla cresce solo con i desideri: è l’investimento, illuminato, strategico e generoso che trasforma un semplice post in un vero miracolo di Natale.
Buon Natale passato, presente e, soprattutto, Futuro!
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