L’integrazione attraverso lo sport. Si è giocata ieri sera, nel campo sportivo San Lussorio di via delle Ginestre a Selargius, la prima delle tre gare del torneo calcistico Africa Soccer, che vede impegnate le squadre dei ragazzi della cooperativa Isar Cop, quelli della Caritas e del consorzio Csr di Santadi.

L’evento è stato organizzato dall’Associazione sportiva dilettantistica città di Selargius con il patrocinio del Comune. Dopo un breve allenamento, i ragazzi della cooperativa, sita a Selargius, Sestu, Cagliari ed Elmas, e quelli della Caritas sono entrati in campo con un solo obiettivo: divertirsi. Nessuno spirito competitivo e nessuna rivalità tra squadre, dunque. A fare gli onori di casa, il presidente dell’Asd città di Selargius Velio Schirru, il direttore tecnico Alessandro Franco e il direttore sportivo Giusy Aramu. La prima gara ha visto dapprima il pareggio e poi la vittoria ai rigori per la squadra di Isar Cop.

Si replica oggi e domani a partire dalle 19:30. Il match dura un’ora. All’evento sono stati invitati a partecipare anche il sindaco di Selargius Luigi Concu, l’assessore allo Sport e vari consiglieri comunali. Venerdì, al termine del torneo, i ragazzi festeggeranno (indipendentemente da chi avrà vinto) con una cena a base di piatti tipici africani, alla quale sono invitati tutti coloro che avranno piacere di condividere un momento di aggregazione e convivialità con i protagonisti.

Nella video intervista che abbiamo realizzato il presidente Velio Schirru e i ragazzi di entrambe le squadre, spiegano l’importanza di questo evento e il messaggio che esso intende diffondere.

Dopo oltre un quarto di secolo, il mercato civico di Sant’Elia abbassa definitivamente le serrande. Aperto l’8 dicembre 1998, era stato per anni un presidio di socialità e commercio, punto di incontro per residenti e commercianti di uno dei quartieri popolari più simbolici di Cagliari.

Negli ultimi tempi il mercato aveva perso progressivamente linfa vitale, fino a restare attivo con soli tre concessionari: due di loro hanno deciso di chiudere i box per sempre, mentre il terzo si trasferirà al mercato civico de Is Bingias a Pirri. La chiusura segna così la fine di una storia fatta di voci, profumi e quotidianità che per oltre vent’anni ha accompagnato la comunità.

L’addio al mercato ha suscitato amarezza e riflessione. «Oggi sono stato al mercato di Sant’Elia, è il suo ultimo giorno. Ho visto un mercato che chiude, che muore. O chiude tutta la città?» commenta Enrico Lobina, ex consigliere comunale e attivista cagliaritano. «Per tante cose non mi piace come è cambiata Cagliari e come sta cambiando. Di sicuro è una città non per chi ci abita e per chi ci vuole venire a vivere ed è una lavoratrice, un lavoratore, una giovane o un giovane. Però ci vedremo al prossimo bar che apre al centro, dove una birra costa 8 euro!»

Il mercato di Sant’Elia non era soltanto un luogo di acquisti: rappresentava una parte della memoria collettiva del quartiere, un microcosmo dove si intrecciavano storie di famiglie, piccole economie locali e relazioni di vicinato. La sua chiusura non è solo la fine di una struttura, ma un segnale più ampio del cambiamento urbanistico e sociale che attraversa Cagliari, sempre più segnata dal contrasto tra la spinta turistica e le necessità quotidiane dei residenti.

Ora resta la domanda: cosa succederà agli spazi lasciati vuoti? E soprattutto, quale futuro per i quartieri popolari, in una città che sembra trasformarsi sempre più in vetrina turistica, a scapito dei luoghi della vita quotidiana?