(VIDEO) Il cane Palla e la volpe Rosa si rincontrano dopo tanti mesi ed è subito grande amicizia

Due animali simbolo della lotta contro la violenza sugli animali, ma anche due grandi amici.
Erano diventati il simbolo della lotta contro la violenza sugli animali. Dopo essersi conosciuti nella Clinica Veterinaria Duemari di Oristano, il cane Palla e la volpe Rosa oggi si sono ritrovati nel luogo in cui impararono ad essere amici. Alla vista della dolce cagnona, la piccola volpe – rientrata alla base per un tagliando – è corsa da lei per farle le feste.
Palla era arrivato alla clinica oristanese dopo essere stata quasi strozzata con un laccio di nylon al collo. La volpe Rosa invece era stata trovata dai Vigili del fuoco ancora cucciola nel maggio dell’anno scorso completamente ricoperta da ustioni. Dopo essere stata curata alla Clinica Duemari era stata scelta dall’assessorato regionale all’Ambiente la testimonial di una campagna antincendio.
Palla&Rosa …. Da piangere di commozione . A distanza di mesi dall'affido di Rosa loro si vogliono bene ancora.
Posted by Clinica Veterinaria Duemari on Thursday, 14 June 2018
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La storia del cinghiale Ciccio, salvato da cucciolo e oggi mascotte di Montarbu

Era un piccolo cucciolo di cinghiale, quando fu ferito da un cane durante una battuta di caccia grossa nelle campagne di Seui. Curato e accudito con affetto da Giovanni Dessì e dalla sua famiglia, per poi essere liberato una volta divenuto grande e forte. Oggi lo si può incontrare a Montarbu, dove ama grufolare pacifico nei pressi della Caserma Ula
Se vi troverete a passare a Montarbu nel territorio di Seui, immersi nelle suggestive foreste tra rari endemismi animali e vegetali, potrete fare un particolare incontro.
Nei pressi della Caserma Ula avrete la possibilità di incontrare Ciccio, un affettuoso esemplare di cinghiale di quattro anni diventato da qualche tempo la “mascotte” dell’Oasi Naturalistica.
Questo simpatico animale che ama essere coccolato e stare in mezzo alle persone, ha alle spalle una storia molto particolare.
Poco più che cucciolo, durante una battuta di caccia grossa fu ferito gravemente all’apparato riproduttore da un cane, rimanendo castrato.
Giovanni Dessì decise di prendere il povero cinghialetto, prestandogli le cure necessarie e accudendolo con la famiglia. Ad alimentarlo con pazienza e affetto ci pensò Beatrice, la figlia più piccola di Giovanni, che all’epoca aveva appena nove anni.
Ciccio per qualche mese fu nutrito con un biberon, e durante la notte per dormire trovava spazio nella cuccia di Teo, il cane di famiglia.
«Il rapporto tra i due animali diventò molto stretto – dice Giovanni – possiamo affermare che Teo rappresenti una sorta di “genitore” per Ciccio. Non sorprende a tal proposito il comportamento del cinghiale simile a quello di un cane».
Arrivato all’età di un anno a Ciccio è stata data la possibilità di riacquistare la libertà a Montarbu, ma ama grufolare pacifico nei pressi della Caserma Ula.
Qui spesso incontra lo stesso Giovanni, operaio Forestas, a cui non manca mai di esternare l’affetto che prova nei suoi confronti. «Vuole stare sempre vicino a me – spiega Giovanni – ma è molto socievole anche con gli altri lavoratori del cantiere forestale e con i visitatori». Così come non dimentica Beatrice e gli altri componenti della famiglia che lo hanno allevato: Anna, Giacomo e Felissia. Sono tante anche le feste che riserva a Teo il piccolo cane con cui divideva il giaciglio quando era cucciolo.
Quella di Ciccio per alcuni aspetti è simile alla storia di Stellina, salvata e allevata dallo storico guardiano di Montarbu Salvatore Cannas, per decenni divenuta simbolo dell’Oasi Naturalistica.
A breve vi racconteremo di quest’altra bellissima vicenda.
(Ringraziamo per le foto la famiglia Dessì-Magnolia e Bernardo Deidda).

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