45mila tonnellate di rifiuti tossici interrati: la Procura sequestra i terreni della centrale Enel a Portoscuso
Olii sintetici, miscele bituminose contenenti catrame, scorie di cemento, fusti corrosi e lana di roccia/vetro, per un totale di oltre 45mila tonnellate di materiale da destinare alla successiva bonifica.
Il reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Cagliari, su mandato della Procura – ha sequestrato oggi 23mila metri quadrati di terreni della centrale Enel di Portoscuso dovo aver trovato tonnellate di rifiuti tossici interrati sotto il suolo.
A dare la notizia è l’ex deputato di Unidos Mauro Pili: «Ecco cosa nascondevano i terreni della centrale Enel di Portoscuso – 23mila metri quadrati all’interno della quale sono stati rinvenuti interrati (ad una profondità di circa 3 metri) agenti inquinanti catalogati come rifiuti pericolosi industriali di varia natura (olii sintetici, miscele bituminose contenenti catrame, scorie di cemento, fusti corrosi e lana di roccia/vetro) per un totale di oltre 45mila tonnellate di materiale da destinare alla successiva bonifica».
“Mai mettere il pane capovolto in tavola”: ecco perchè in Sardegna (e non solo) si evita di farlo
Tra storia e religione, ecco il perchè i nostri nonni ci hanno sempre proibito di mettere il pane capovolto sulla tavola
Secondo la tradizione sarda ( ma non solo) il pane messo al contrario sul tavolo da imbandire è portatore di disgrazia e comunica mancanza di rispetto nei confronti degli altri commensali. Sicuramente i vostri nonni, almeno una volta, vi avranno sgridati nel vedervelo fare, ma forse non vi hanno mai spiegato il perchè tenevano al fatto che il pane venisse messo in tavola nel verso giusto.
Le spiegazioni sono varie e affondano le radici nell’antichità.
La prima, quella che tutti probabilmente conoscono, è legata alla religione. Il pane da sempre simboleggia il corpo di Cristo e chiaramente non è cosa bella e gradita che lo si presenti capovolto.
Ma esiste un’altra spiegazione, storica, che affonda le radici nel Medio Evo e che dalla Francia, di bocca in bocca, potrebbe essere arrivata in Italia e poi in Sardegna. Nel Quattrocento, infatti, quando purtroppo era molto in voga la pena di morte, i fornai del regno avevano una sorta di “codice” tra loro.
Il pane è sempre stato visto, come dicevamo, alla stregua di un alimento sacro e quando i fornai erano costretti a venderlo ai boia che tanto disprezzavano, lo facevano preparandolo di bassissima qualità e porgendolo capovolto agli aguzzini. Si dice che fu per questo che il monarca Carlo VII escogitò la soluzione di far lavorare i boia incappucciati, così da non essere riconosciuti.
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