Il viaggio di Luca Cuomo, il ragazzo di Quartu che gira la Sardegna a piedi senza soldi
Da nove giorni Luca gira per la Sardegna senza soldi in tasca. Partito da Quartu dopo oltre 230 chilometri è arrivato a Cala Gonone. E non ha intenzione di fermarsi, vuole completare il giro della Sardegna. Per dormire e mangiare si affida alle persone che incontra sulla strada.
Da nove giorni Luca gira per la Sardegna senza un euro in tasca. Si muove solamente a piedi e da Quartu, città dove vive e da dove è partito, è arrivato fino a Cala Gonone. Più di 230 chilometri affrontati solo con la forza di volontà, un capello di paglia e un carrellino con lo stretto necessario. Ma la sua avventura è lontana dal termine. Luca, infatti, ha intenzione di fare il periplo della Sardegna e conta di metterci più o meno due mesi per tornare a Quartu. «Ma non sono sicuro del tempo che impiegherò per concludere il mio viaggio. – dice – Vivo alla giornata e ogni giorno mi lascio influenzare dai consigli delle persone che incontro e cambio rotta e destinazione».
Quando chiediamo a Luca il motivo della sua partenza la risposta è tanto semplice quanto disarmante. In un mondo fatto di pacchetti vacanze ed esperienze preconfezionate, Luca, nonostante i suoi 20 anni, riesce a dare un insegnamento: «Non avevo mai viaggiato molto e non avendo tanti soldi ho deciso di usare i pochi a disposizione per comprare l’attrezzatura per un’avventura on the road. E sono riuscito così a coronare questo progetto». Cosa fa parte del suo kit di sopravvivenza? «Ho un’attrezzatura basica che trasporto su un carrello montacarichi che trascino mentre cammino a piedi. Ho uno zaino da trekking, un sacco a pelo, una piccola tenda e una borsa frigo. E sette bottiglie di acqua. Che cerco di tenere sempre piene. Se ho meno di quattro bottiglie d’acqua non continuo a camminare ma cerco di riempirle prima di ripartire».
E per dormire e mangiare come fai?
«Per mangiare solitamente chiedo nei negozi di frutta e verdura se mi possono offrire qualcosa. E a volte raccolgo anche i frutti spontanei che trovo lungo la strada. La frutta per me è fondamentale perché mi aiuta a reidratarmi. Spesso però quando chiedo nei paesi da mangiare mi capita anche che gestori di pizzerie o gastronomie mi offrano qualcosa. Per dormire invece all’arrivo nel paese dove sosto per la notte mi dirigo subito nel bar del centro o al distributore di benzina. Lì trovo sempre qualcuno che mi sa dare le giuste indicazioni per trovare una stanza o un luogo dove poter piazzare la tenda. Ultimamente però grazie alla mia pagina Facebook (Giro per la Sardegna senza soldi ndr.) la gente mi riconosce anche prima del mio arrivo in paese e mi contatta per offrirmi un posto dove dormire. Mi è persino capitato di dover rifiutare un posto letto perché avevo già superato quel determinato paese».
Ci saranno stati però anche dei momenti duri?
«Per adesso ho beccato quasi sempre bel tempo. Solo pioggia a Villasimius e per il resto sole. Il quarto giorno è stato il più duro. Sono partito la mattina da Quirra e volevo fermarmi a Tertenia. Ma ho ascoltato i consigli delle persone incontrate lungo il cammino e ho proseguito. Alle nove di sera ancora non avevo trovato un posto dove dormire e la spiaggia di Bari Sardo per accamparmi con la tenda era lontana più di 30 minuti. Ero disperato ma per fortuna all’ultimo ho incontrato un pastore che mi ha permesso di piazzare la tenda nel suo terreno. Ho dormito in una vecchia casa dismessa. Io al primo piano e sotto le capre. E l’indomani ho fatto colazione con il latte appena munto, il più buono della mia vita».
Come programmi la tua giornata tipo?
«Ogni giorno ho la sveglia alle 6. Poi dedico un po’ di tempo allo stretching e agli esercizi di postura. Quindi faccio colazione e non mi metto mai in viaggio più tardi delle 8. Mi fermo per pranzo verso le 13 e riparto sempre alle 15. Cerco di arrivare prima di sera nel posto dove dormirò per avere il tempo di trovare un alloggio. Cerco di fare massimo 40 Km al giorno. Il momento più bello è quando piazzi la tenda ti rilassi e fai lo stretching di fine giornata. Rivivi tutte le emozioni e sei in pace».
Come ti sei preparato per questo viaggio?
«Tutto è nato con il bonus cultura. Ho comprato con quei soldi dei libri di viaggi a piedi e in solitaria. L’argomento mi ha appassionato e ho iniziato a pensare a una mia avventura del genere. Quindi mi sono informato anche sull’alimentazione da tenere durante questi viaggi e poi mi son deciso a provare».
E registri tutto via Facebook?
«Sì l’idea della pagina l’avevo già prima di partire ma sono riuscito a crearla solo una volta che ero in viaggio. Mi sta aiutando molto per tenermi in contatto con le persone che mi ospitano ma da una parte è una distrazione. Mi è capitato di stare da solo in paesaggi fantastici e pensare chissà nella mia pagina Facebook cosa staranno scrivendo. Non mi piace avere questa dipendenza».
Alla fine del viaggio hai intenzione di scrivere un racconto sulla tua avventura?
«Sì ci ho pensato e mi piacerebbe. Purtroppo però non sempre riesco a tenere un diario giornaliero di quello che faccio. A volte la sera son così stanco che crollo prima di mettermi a scrivere».
Sono solo nove giorni per ora ma ti senti già cambiato da questo viaggio?
«Mi sento assolutamente cambiato. E in meglio. Ma ancora non saprei dire come. Non saprei quali parole usare per esprimere i miei cambiamenti. Forse ci riuscirò alla fine di questa avventura. Sicuramente ho molta più fiducia nelle persone. E ho anche più consapevolezza dei miei mezzi. Ho un fisico magro però ho dimostrato a me stesso che con la forza di volontà sono capace di grandi cose».
Ti è capitato di trovare altri viaggiatori?
«A quanto pare la Sardegna è una terra che si presta ad avventure come la mia. Per strada ho trovato un ragazzo olandese che sta girando l’Europa in bici e vorrebbe concludere il suo viaggio in Marocco. Mentre le persone che ho incontrato mi hanno detto che sono abituati ad aiutare questi viaggiatori solitari. In Sardegna dovremo essere cinque al momento che stiamo girando l’isola e mi hanno parlato di una ragazza che lo fa scalza. Non so se mi spingerei a tanto».
Noi non possiamo che augurarti buon viaggio Luca. E chiunque voglia aiutarlo può scrivere sulla sua pagina Facebook: Giro per la Sardegna senza soldi.
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