Tutto pronto per la “Vivicittà”: Cagliari “invasa” da migliaia di atleti per aiutare i bambini siriani

1 euro di ogni quota d’iscrizione sarà destinata ai bambini siriani che fuggono dalla guerra. L’assessore Marcialis: “Realizza l’idea di una città inclusiva attraverso l’attività fisica all’aria aperta”.
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Un unico percorso, per due eventi: la camminata ludico-motoria lungo un percorso lungo 4mila metri in prossimità del Sardegna Arena e sul lungomare sant’Elia che verrà ripercorso per tre volte per la gara competitiva di 12 chilometri.
«Vivicittà è la corsa di tutti. Di tutti quelli che hanno a cuore i diritti. Di tutti quelli che hanno a cuore l’ambiente. Di tutti coloro i quali sono contro la violenza sulla donne, contro l’omofobia», ha rimarcato Pietro Casu, presidente provinciale UISP, ricordando che anche per questa 35^ edizione 1 euro di ogni quota d’iscrizione sarà destinata ai bambini siriani che fuggono dalla guerra.
Ed ecco allora che sono in tutto 60 le città d’Italia coinvolte nella manifestazione di domenica, ma tante anche grandi capitali mondiali come Tokio, Tripoli e Sarajevo. «La partenza per tutti è alle 9,32 e sarà scandita dalla voce del GR1», ha precisato il responsabile dell’organizzazione cagliaritana, Andra Culeddu. Sabato 21 aprile Vivicittà si trasferirà al carcere minorile di Quartucciu, uno dei 25 istituti interessati a livello nazionale.
Il percorso è “compensato”. Ciò significa ogni tracciato di gara è stato omologato e che attraverso parametri uguali per tutti (per esempio dislivello e grado di difficoltà) si potrà essere elaborata, alla fine, un’unica classifica e un unico vincitore. Simbolicamente “un unico obbiettivo”.

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Palestra inagibile a Ussana: professore di Scienze Motorie dice no all’incarico per la sicurezza degli studenti

La vicenda, denunciata pubblicamente dal docente, Stefano Mura, solleva preoccupazioni sulla sicurezza degli studenti e sulle condizioni delle strutture scolastiche.
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Doveva iniziare oggi il suo incarico come docente di Scienze Motorie presso la scuola secondaria di primo grado di Ussana, ma Stefano Mura ha deciso di rinunciare. La motivazione è chiara: gli spazi destinati all’attività motoria risultano inadeguati e non sicuri, rendendo impossibile lo svolgimento corretto delle lezioni.
«La parte teorica può essere svolta ovunque, ma la componente pratica è la centralità della materia e non può essere sostituita con lezioni in spazi non idonei» spiega Mura, con 12 anni di esperienza nell’insegnamento. «In tutta la mia carriera non mi era mai capitata una situazione simile, quasi surreale, in cui le condizioni degli spazi impediscono del tutto l’attività motoria».
La situazione descritta dal docente è preoccupante: la palestra è attualmente inagibile, il campo da calcetto inutilizzabile, lo spazio adiacente al campo da basket delle scuole materne non è agibile, mentre l’unico spazio disponibile, il giardino anteriore della scuola, non è adatto ad attività pratiche e comporta responsabilità esclusiva del docente.
«Ritengo fondamentale che questa situazione venga portata all’attenzione degli organi competenti, sia scolastici che comunali, affinché vengano adottati interventi urgenti e concreti» continua Mura. «La sicurezza degli studenti e la possibilità di svolgere l’educazione motoria in spazi adeguati devono essere una priorità assoluta».
Il docente spera che la sua rinuncia, resa pubblica, possa richiamare l’attenzione su questi problemi e contribuire a trovare soluzioni concrete a beneficio degli studenti. «Spero che questa vicenda serva a sensibilizzare le istituzioni: non si può sacrificare l’educazione motoria per carenze strutturali che si potrebbero risolvere con interventi tempestivi», conclude Mura.

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