Il Cagliari perde col Chievo e scatena ovvie critiche. Non è la sconfitta in sé a creare malumore, il tabù Verona prosegue e rispetta i precedenti. Crea discussione e rabbia il momento storico vissuto dalle avversarie dei rossoblù sulle quali gli uomini di Diego Lopez non infieriscono. E così, mentre il Genoa ha ingranato a tal punto da raggiungere in breve tempo una posizione favorevole, i cagliaritani guardano in alto e si accorgono che il percorso è ancora molto lungo.
Esattamente come capitato col Sassuolo, il Cagliari non ha voluto far male. Col tempo, Barella e compagni hanno perso la peculiarità di comandare il gioco e si sono adattati a far da mero strumento di contenimento, col baricentro bassissimo e così schiacciato da non dare spazio a ripartenze verso la porta avversaria. Il Chievo veniva da due punti in dieci giornate, crisi completa esattamente come gli emiliani: sarebbe bastato poco per mettergli paura, appurato come la difesa funzioni e in attacco esistano tutte le caratteristiche per nuocere. Difficile però farlo affidandosi ad una gestione tattica impensabile su un campo del genere, ad una disposizione di uomini impensabile per tenuta fisica e gamba come è capitato a Daniele Dessena schierato alla destra e costretto a coprire un lasso di campo troppo largo per il fiato che non ha più. Joao Pedro mortificato da trequartista immobile dietro l’unica punta mal servita, poca attenzione a centrocampo con uno Ionita in perenne apnea. Il tutto si sarebbe potuto evitare con una manovra sempre nelle proprie mani, accurata e propositiva, in grado di assediare una formazione clivense con qualche buon giocatore ma poca sostanza.
Da Massimo Rastelli a Diego Lopez il passo avanti non vi è stato. L’uruguayano ha scovato il modulo adatto ma ha tolto le peculiarità offensive della squadra. Servirebbe una via di mezzo tra il passato ed il presente, questa disposizione tattica può andar bene (e magari funzionare) contro l’Atalanta ma nel contempo regala al Chievo sei punti nei confronti diretti e al Sassuolo di riemergere da un 7-0 contro la Juventus. I veneti poi hanno capitalizzato quel che non era riuscito ad acciuffare il Crotone qualche domenica fa a causa di un chiaro errore dell’arbitro – ed anche in quella gara, la disposizione tattica fu da comparsa più che da protagonista. I rossoblù riescono ad essere una compagine reattiva e non proattiva, cosa che non agevola affatto la corsa verso la salvezza.
A fine gara, Lopez ha scaricato le responsabilità sui propri giocatori. Come se lo staff tecnico non studiasse un approccio prima della gara e non ne diriga un altro durante. Come se la squadra vada per conto proprio, trascinata dalle idee di una mano invisibile. E intanto lunedì prossimo arriva il Napoli, e dietro la classifica si rimescola: il Chievo ha agganciato i rossoblù a 25 punti, il Genoa ha preso slancio nelle ultime giornate e si è issata a 30 punti avvicinandosi facilmente alla salvezza. Il Cagliari invece sarà costretto a ragionarci ancora su, e le prossime cinque gare saranno decisive per racimolare i dieci punti necessari per la salvezza.
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