Site icon cagliari.vistanet.it

Sa Pipia de Carèsima: il tradizionale calendario campidanese della Quaresima

La Quaresima è per i cristiani uno dei periodi più sacri dell’anno. Nella tradizione di alcune zone della Sardegna, e soprattutto del Campidano, lo scorrere di quei quaranta giorni di penitenza veniva scandito da Sa Pipia de Carèsima, ossia la riproduzione di una giovane donna dotata delle caratteristiche sette gambe, che poteva essere in stoffa, legno o addirittura di pane. Fino ai primi del Novecento vedere Sa Pipia de Carèsima, solitamente appesa dietro la porta d’ingresso dell’abitazione, risultava ancora molto facile.

Quei quarantasei giorni che intercorrono fra il mercoledì delle Ceneri e il sabato Santo ricordano, secondo la tradizione cristiana, il periodo di digiuno osservato da Gesù Cristo prima dell’inizio del suo pubblico ministero. E proprio a raccontare il monito a seguire una dieta magra e priva di eccessi servivano il pesce e la graticola solitamente tenuti in ciascuna mano da Sa Pipia. Una bambolina che poteva presentarsi secondo fattezze di poco differenti, a seconda della manualità di chi le realizzava, ma che in generale era sempre perfettamente riconoscibile, oltreché  per le sette gambe, grazie alla tradizionale gonna larga. Qual era, però, la funzione della bambolina? In una società nella quale quella dell’analfabetismo risultava ancora una vera e propria piaga, l’espediente delle sette gambe risultava estremamente utile per il conto alla rovescia. Le gambe erano infatti la rappresentazione di ciascuna delle sette domeniche quaresimali, al raggiungimento delle quali una veniva di volta in volta tagliata via. Fino al giorno di Pasqua, in cui la bambolina veniva bruciata, a simbolica chiusura della fine di ogni penitenza e del ritorno alla gioia.

Sa Pipia, che secondo alcune fonti portava in taluni casi il nome di Maria Codreddada, fu con tutta probabilità importata nell’isola dagli Spagnoli, secondo un legame che parrebbe confermato dalla citazione di Francesco Alziator, che parlò della Bacallanera di Barcellona. In alcune zone del Campidano, e soprattutto a Cagliari, capitava di frequente che Sa Pipia s’accompagnasse a Giuanni Spadinu, miniatura del suo coraggioso cavaliere e protettore, armato di spada.

Exit mobile version