Vaccini. A scuola solo con la certificazione: le reazioni dei genitori

Non ci saranno altre proroghe: da oggi lunedì 12 marzo asili nidi e scuole elementari hanno avuto l’obbligo di permettere l’accesso soltanto ai piccoli i cui genitori abbiano presentato una regolamentare certificazione vaccinale, o comunque un documento che attesti l’avvenuta
Non ci saranno altre proroghe: da oggi lunedì 12 marzo asili nidi e scuole elementari hanno avuto l’obbligo di permettere l’accesso soltanto ai piccoli i cui genitori abbiano presentato una regolamentare certificazione vaccinale, o comunque un documento che attesti l’avvenuta prenotazione.
Si è avviato così il meccanismo previsto dalla circolare del 27 febbraio 2018, che puntava alla normalizzazione di una situazione ampiamente dibattuta negli scorsi mesi.
Per il momento sarebbero «alcune decine» i bambini che non sono stati fatti entrare a scuola nella giornata di oggi, secondo quanto riporta all’Ansa il direttore scolastico provinciale di Cagliari Luca Cancelliere. I casi sono avvenuti nella Città Metropolitana di Cagliari, nel Sulcis e nel Sud Sardegna.
Dalle scuole di Cagliari e dintorni, intanto, le prime reazioni da parte dei genitori: una generale apprensione, ma anche maggiore serenità nel sapere che la questione vaccini è tenuta sotto controllo anche dagli Istituti.
«Il dialogo fra la scuola e i genitori? Ridotto ai minimi termini, ma efficace», racconta Manuela, mamma di due bimbi di sei e nove anni, entrambi iscritti all’Istituto Comprensivo Santa Caterina di Cagliari. «Sono d’accordo con l’obbligo vaccinale, e per reperire il certificato sono bastati pochi minuti di fila». Ancora più semplice la situazione raccontata da Daniela, madre di un bimbo iscritto alla scuola Primaria G.B. Vico, a Quartu S.E. «Dopo la fase dell’autocertificazione, la segreteria della scuola ci ha confermato l’esistenza di un filo diretto fra la ASL e l’istituto».
Un quadro che sembrerebbe generalmente positivo, ma che in realtà nasconde situazioni più complesse. Come quello di Silvia, che ha visto anzitutto un’impossibile comunicazione fra ASL e Istituto a causa della non coincidenza dei comuni. «Sono mamma di due bimbi, il più grande di 4 anno e mezzo, il piccolo di appena due mesi» racconta. «Per il primo abbiamo, con non pochi dubbi, deciso di provvedere a tutte le vaccinazioni all’epoca obbligatorie nella regione di appartenenza. Abbiamo preso questa decisione consapevolmente, dopo aver chiesto ed esserci informati presso medici per noi autorevoli e degni di fiducia, che pur non negando le possibili complicazioni date dall’assunzione di un farmaco, consigliavano la vaccinazione. A distanza di 4 anni mi trovo a dover ricominciare lo stesso percorso, ma le ansie sono maggiori, dovute al fatto che il bambino è stato spesso a contatto con bambini non vaccinati». Un filo d’apprensione, quindi, che comunque sembra ripagato dalla ferma convinzione della necessità dei vaccini. «Concordo sulla obbligatorietà dei vaccini, che peraltro c’è sempre stata, semplicemente prima di questa caccia alle streghe non era necessario comminare o minacciare sanzioni».
Un accordo che sembrerebbe generale, quello fra i genitori del cagliaritano, che parrebbe confermato anche dall’effettivo raggiungimento della fatidica soglia di copertura del 95%, già raggiunta nel settembre del 2017 e percentuale raccomandata e indicata come necessaria dall’OMS per il mantenimento dell’immunità di gregge.

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