Un amore senza pregiudizi, litigi, gelosie nè negatività: un sentimento così è solo quello che può provare chi abbia mai posseduto e “vissuto” un cane in un certo modo.

La storia che vogliamo raccontarvi oggi non è a lieto fine ma parla di affetto e bei sentimenti ed è bella da leggere e dedicare a chi, in questo momento sta soffrendo un dolore simile.

Forse per molti di voi lettori la perdita di un animale domestico può non essere equiparata a un vero lutto ma per tanti altri padroni così non è: quando con un cane, come nel caso di Fabio e Zeus, si vive e convive costantemente, si condividono giornate e passioni, il cane diventa una parte di sè e il dolore che si prova nel momento della perdita è immenso. Per questo motivo, ecco la lettera di Silvia che vuole dedicare parole affettuose e sincere a Fabio e al suo Zeus, che stavano lavorando con impegno e passione per prepararsi all’esame di bagnino, per essere pronti a salvare, durante la stagione estiva, tante vite.

“Sono Silvia, responsabile del gruppo di soccorso in mare “Quattro Mori” sez. Quartu. Vorrei raccontare una storia, la storia di un binomio perfetto cane/conduttore. Fabio, bagnino, decide di intraprendere l’avventura del soccorso con il nucleo cinofilo e nella sua vita entra Zeus, un Labrador nero di due mesi. Per quattro mesi Fabio e Zeus hanno fatto parte della nostra associazione, con costanza e tenacia seguendo le lezioni di nuoto e educazione.

E le soddisfazioni arrivano presto: Zeus è un cane intelligente, sensibile e con uno spiccato apprendimento. Ma sabato mattina (10 marzo, ndr), all’improvviso, Zeus si sente male. A niente sono servite le corse dal veterinario e l’impegno totale per salvargli la vita. Zeus è volato via tra le braccia del suo conduttore, anzi del suo migliore amico, lasciandoci tutti con un senso di vuoto e assoluta tristezza. Aveva sei mesi. Troppo breve la sua vita ma abbastanza per imparare ad amarlo incondizionatamente. Tutti noi dell’associazione vorremmo salutarlo ricordandolo felice, mentre nuota tra le onde. Un saluto anche dai suoi colleghi a 4 zampe Merlino, Luna, Oliver, Leone, Margot, Otto, Thaira, Fred, Napoleone, Argo e Nerone. Arrivederci amico”.

Cagliari, il Consiglio di Stato conferma il divieto di legare le bici fuori dagli stalli.

Una decisione che farà discutere e che segna un punto a favore del decoro urbano in città. Il Consiglio di Stato ha “promosso” il giro di vite voluto dall’amministrazione dell’ex sindaco Paolo Truzzu, confermando la piena legittimità del divieto di incatenare le biciclette fuori dagli stalli dedicati.

Con una sentenza che rigetta il ricorso presentato dalla Fiab di Cagliari, i giudici di Palazzo Spada hanno messo la parola fine a una lunga battaglia legale.

Il provvedimento, incluso nel regolamento di Polizia e Sicurezza Urbana approvato dalla precedente amministrazione comunale, stabilisce in modo chiaro e inequivocabile che è vietato legare le biciclette a “infrastrutture pubbliche non destinate allo scopo”. La violazione di questa norma comporta l’applicazione di sanzioni pecuniarie che vanno da un minimo di 100 a un massimo di 300 euro.

I giudici hanno spiegato che la decisione mira a tutelare, in un’ottica di miglioramento della vivibilità e del decoro della città, quelle infrastrutture che spesso si trovano sui marciapiedi, nelle piazze, nei parchi, o vicino a monumenti. Si tratta di elementi di arredo urbano come ringhiere, recinzioni o pali, per i quali è già generalmente vietata la sosta di qualsiasi veicolo. Pertanto, secondo il Consiglio di Stato, la disposizione non viola in alcun modo le norme del codice della strada.

Ma la sentenza va oltre, affrontando un punto cruciale sollevato dai ricorrenti. La Fiab aveva denunciato una presunta disparità di trattamento tra gli “utenti deboli”, ovvero i ciclisti, e gli “utenti forti”, come gli automobilisti, sostenendo che la norma penalizzasse i primi a vantaggio dei secondi. Il Consiglio di Stato ha respinto categoricamente questa tesi, evidenziando che una disparità di trattamento può essere configurabile solo in presenza di situazioni perfettamente identiche, e che tale condizione non sussiste in questo caso. I giudici hanno inoltre ritenuto infondata la disparità invocata in appello anche rispetto ai monopattini.

Infine, sono state giudicate infondate anche le censure che contestavano la presunta contraddittorietà del regolamento con gli obiettivi fissati dal Piano Urbano della mobilità sostenibile. A questo proposito, il Consiglio di Stato ha ribadito che si tratta di una valutazione discrezionale, per la quale “il giudice non può sostituirsi all’amministrazione”. La decisione ha quindi confermato la legittimità dell’azione comunale, stabilendo che la tutela del decoro urbano è un obiettivo prioritario che può essere perseguito attraverso normative specifiche.