Inaspettata sconfitta per il pugile sardo Alessandro Goddi che al PalaTiziano di Roma è stato sconfitto per ko tecnico dal polacco Kamil Szeremeta nel match che sanciva il nuovo campione europeo dei pesi medi EBU (European Boxing Union). Il nuorese ha sofferto sin dalle prime battute il destro preciso del suo avversario, finendo a terra per ben tre volte prima che i suoi tecnici chiedessero la sospensione per knockout. Un risultato inaspettato, dato che alla vigilia Goddi veniva dato leggermente favorito. Ora questo stop lo costringerà a rinviare ulteriormente la rincorsa alla conquista del titolo europeo.

Goddi arrivava a questa nuova chance titolata attraverso un percorso di alto livello: nell’ultimo anno ha sconfitto in serie il serbo Goran Milenkovic, il lettone Ruslans Pojonisevs, l’ungherese Roland Oroszlan, il georgiano Giorgi Jincharadze ed ha conquistato il titolo continentale WBA dei pesi medi contro il francese Andrew Francillette. Piegato il magiaro Peter Orilik a ottobre, aveva accolto con entusiasmo la proposta di conquistare il titolo europeo EBU contro il polacco Kamil Szeremeta, fin qui imbattuto e capace di piegare l’ex campione mondiale Kassim Ouma: aveva infatti già provato a prendersi la corona otto mesi fa ma è stato sconfitto a Saint Vincent dal precedente campione Emanuele Blandamura.

Il match è durato pochissimo: Szeremeta parte subito forte riuscendo ad imporre il montante destro all’interno della guardia del sardo. Un uno-due verso la fine del primo round fa vacillare il portacolori isolano, quindi lo abbatte definitivamente in avvio di secondo round con altri due destri che stordiscono Goddi e lo mandano al tappeto per knockout. Gli allenatori lanciano sul ring l’asciugamano bianco e così il match termina in poco più di quattro minuti.

« Mi aspettavo un incontro diverso, non sono mai entrato nel match » ha spiegato il sardo ai microfoni di Fox Sports, « ho cercato di studiarlo ma non sono riuscito caricarmi. Io ho vinto 16 volte per ko, questa volta è capitato a me. Mi ha sorpreso, è vero perché io mi stavo ancora scaldando. Ora si torna a casa e si studia con i miei allenatori cosa non è andato, gli errori… Comunque non è successo niente, si riparte più forte di prima ».

La roccia che sembra la testa di un polpo. Sapete dove si trova?

La spiaggia dove è possibile vedere una roccia a forma di testa di polpo: il gioiello nascosto dove la natura si fa scultura. Dove siamo?

C’è una roccia, scolpita dal vento e dal tempo, che domina silenziosa una piccola baia nel sud dell’isola di La Maddalena. A chi la guarda per la prima volta sembra quasi irreale: imponente, tondeggiante, con una forma che ricorda in modo sorprendente la testa di una piovra.

La roccia Testa di Polpo

Non è un’opera dell’uomo, ma uno dei tanti miracoli naturali che la Sardegna sa offrire. È questo il cuore pulsante della spiaggia conosciuta proprio come “Testa di Polpo”, una perla incastonata tra scogli affioranti e sabbia chiara, raggiungibile a piedi o in bicicletta percorrendo il lungomare Ammiraglio Mirabello, fino ad addentrarsi nei sentieri più nascosti della costa meridionale maddalenina. Di fronte si apre il profilo dell’isola di Caprera, e l’acqua – incredibilmente trasparente – assume tutte le sfumature del turchese, rendendo questa baia simile a una piscina naturale scavata nel granito. La spiaggia è piccola, raccolta, priva di servizi o chioschi, ma proprio per questo conserva intatto il suo fascino selvaggio. Alcuni scogli spuntano a fior d’acqua, regalando giochi di luce mozzafiato, soprattutto nelle ore del tramonto, quando il sole accende la pietra e trasforma il paesaggio in un quadro vivente.

La roccia Testa di Polpo

Nonostante la sua bellezza, la spiaggia della Testa di Polpo non è semplicissima da trovare per chi non la conosce. Le indicazioni stradali non sono del tutto precise: per raggiungerla, bisogna seguire i cartelli per la Panoramica e la Marina dei Giardinelli, poi, una volta entrati a Marina di Giannelli, si prosegue sempre svoltando a destra ai vari incroci, facendo attenzione ai piccoli cartelli che segnalano la direzione. Poco distante c’è uno spiazzale dove si può lasciare l’auto e completare l’ultimo tratto a piedi. È un luogo che non offre comodità, ma in cambio regala autenticità, silenzio e un paesaggio marino tra i più suggestivi dell’arcipelago. Un angolo di Sardegna dove il tempo sembra fermarsi, e dove una semplice roccia, modellata dalla natura, riesce a diventare simbolo e leggenda.