Alle ore 22 di ieri, a Villacidro, nel corso di mirato servizio di controllo del territorio, i carabinieri hanno arrestato Marcello Accossu, nato e residente a Pabillonis nel 1955, gommista, pregiudicato e Nicola Antonio Zirboni, 1991, residente a Sanluri.

I due, a seguito di perquisizione personale e della loro auto venivano trovati in possesso di: 1 revolver tipo scacciacani modificato, che era carico e pronto all’uso; 1 cappuccio in lana di colore blu; una camera endoscopica. Le successive perquisizioni locali che hanno interessato tre abitazioni, un sottoscala adibito a magazzino e un’officina da gommista, permettevano di rinvenire e sequestrare: 2 detonatori; 15,35 mt di miccia a lenta combustione; 3 pistole “scacciacani” modificate; 1 fucile tipo doppietta a cani esterni cal. 12; 1 pistola a tamburo cal. 38; 1 pistola semiautomatica marca “Bernardelli” cal 6,35; 1 carabina ad aria compressa marca Diana mod. 25d cal. 4,5/177; 145 cartucce vari calibri compatibili con le pistole sopra indicate; 25 cartucce da caccia cal. 12; 2 bilancini di precisione; kg. 4,638 di sostanza stupefacente del tipo “marijuana”; maschera carnevalesca occultata all’interno di una tasca di un giubbotto; attrezzature varie utilizzabili per la modifica delle armi.

Le attività di ricerca hanno impegnato complessivamente 18 militari e otto veicoli del dipendente Norm e delle stazioni di Pabillonis, Arbus, Sardara e Montevecchio. Tutto il materiale è stato posto sotto sequestro per le successive analisi che saranno effettuate sulla sostanza stupefacente e le perizie da eseguire sulle armi. Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati tradotti presso la casa circondariale di Uta.

Una passeggiata come tante nella caletta di Capo Pecora si è trasformata in un salvataggio eroico che ha commosso l’Italia intera. Protagonisti un bambino e suo padre, che hanno trovato una tartaruga marina intrappolata in una fune legata alla pinna, vittima dell’inquinamento umano.

Il piccolo, vedendo l’animale soffrire, ha subito chiesto al padre di chiamare la Capitaneria di porto, ma il telefono non aveva campo. Senza esitazione, il bambino ha tagliato la corda e preso in braccio la tartaruga, camminando a lungo verso un punto di mare pulito e calmo. La tartaruga, apparentemente consapevole delle buone intenzioni, non si è dimenata e alla fine è stata rimessa in acqua, nuotando verso il largo. Il pianto iniziale del bambino si è trasformato in gioia, mentre la tartaruga riprendeva la sua libertà.

Le immagini del salvataggio, diffuse sui social, hanno rapidamente fatto il giro del web, trasformando i due protagonisti in veri e propri eroi del giorno per la sensibilità ambientale. Un gesto che ricorda quanto l’inquinamento rappresenti una minaccia costante per la fauna marina e sottolinea l’importanza di educare i più giovani al rispetto della natura.

Papà e figlio hanno mostrato con semplicità quanto un piccolo atto di coraggio e attenzione possa fare la differenza, diventando una lezione di vita sulla cura e la tutela dell’ambiente.