Di Maio a Cagliari lancia l’ultimo appello ai Sardi prima delle elezioni: «La Sardegna la difenderemo in Europa» (Video)

La sala è piena sin dalle 19, all’ingresso uno stand con alcuni attivisti accoglie il pubblico con gadget del movimento, mentre sui lati sono posizionati i due “donamat”, come li ha chiamati lo stesso Di Maio, due bancomat al contrario
La sala è piena sin dalle 19, all’ingresso uno stand con alcuni attivisti accoglie il pubblico con gadget del movimento, mentre sui lati sono posizionati i due “donamat”, come li ha chiamati lo stesso Di Maio, due bancomat al contrario attraverso i quali si possono fare delle donazioni per la campagna elettorale. Dentro la sala, il palco è allestito con il simbolo dei 5 stelle e alcuni slogan della campagna; sulla parete, un monitor proietta a ripetizione delle immagini di passati comizi di Grillo e Casaleggio e spot elettorali di Di Maio e Di Battista. Il pubblico, fatto di giovani e meno giovani, intanto prende posto, la sala si riempie e qualcuno deve addirittura restare in piedi.
Ad aprire la serata il sindaco di Assemini, Mario Puddu, che saluta in sardo e scalda l’uditorio, ricordando alcune delle conquiste dei 5 stelle in Sardegna, come lo “sportello antiequitalia”, «il mostro – sostiene Puddu – inventato dalle destre». Prende la parola anche Andrea Mura, candidato alla Camera con i pentastellati per il collegio uninominale di Cagliari. «Ci dovete aiutare voi il 4 marzo – dice Mura – a 53 anni ho vinto tutto ma ho ancora delle gare da disputare; ho deciso di mettere le mie competenze in ambiente, sport per migliorare la nostra terra». Dopo Mura parla Mara Lapia, avvocatessa e candidata invece per l’uninominale di Nuoro.
Ma il grande atteso è Luigi Di Maio che, arrivato in serata a Cagliari, ha fatto in tempo a godersi gli ultimi istanti di luce al Poetto con una birra rigorosamente made in Sardinia, foto ricordo inclusa. Entra in sala dal fondo, accompagnato da una musica che suona ad alto volume e percorre il corridoio centrale, fra una stretta di mano e una foto. C’è chi sventola una bandiera del movimento e i fotografi si accalcano davanti a lui per riprenderlo, e quasi non riesce ad avanzare. Arriva sul palco e il pubblico lo acclama, un saluto e via subito sui temi della campagna. Gli attacchi da parte degli altri partiti, l’inchiesta campana dei giornalisti di Fanpage, che ha messo in luce di nuovo il traffico illecito di rifiuti in una terra – come ha ricordato – dove la gente muore e «questi che intascano le tangenti sono assassini politici della mia gente e per questo chiedo dimissioni di De Luca dalla presidenza della Campania». Ancora, le critiche agli impresentabili che per Di Maio sono a destra e a sinistra. Poi c’è Berlusconi, che è traditore della patria secondo il leader pentastellato, che ancora è là che promette.
Tra i tanti temi affrontati dal leader 5 stelle c’è quello dell’immigrazione, caro anche ai partiti di destra; un’immigrazione che è un business, secondo Di Maio, che deve finire anche con progetti di cooperazione nei paesi di emigrazione. La scuola, gli sprechi della sanità e il problema dei giovani che lasciano l’Italia per trovare lavoro all’estero e che – ricorda – «è ai giovani che è stato rubato il futuro da questa classe politica». Poi il reddito di cittadinanza, strumento per dare il tempo a chi si deve formare per trovare un lavoro e non ha mezzi per sostenersi; le energie rinnovabili sulle quali l’Italia dovrebbe puntare e l’Europa alla quale «l’Italia versa 20 miliardi ogni anno» e dalla quale deve farsi sentire. 
«La Sardegna è pentastellata» – dice Di Maio, mostrando una cartina con gli ultimi sondaggi- è la terra di Gramsci e Berlinguer», ricorda. E per l’isola, c’è la ricetta del turismo da rilanciare, così come le eccellenze enogastronomiche da esportare, perché come ricorda Di Maio «Dalla Sardegna si possono esportare le bombe nelle Yemen ma non si può esportare il casu marzu. Queste sono le norme europee».

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