Al via a Cagliari la raccolta differenziata porta a porta: ecco tutto quello che c’è da sapere
I contenitori sono stati consegnati a dicembre e i cagliaritani si preparano a una svolta storica nella raccolta differenziata. Presto partirà infatti la raccolta porta a porta. Il Comune di Cagliari ha organizzato degli incontri per spiegare ai cittadini come si svolgerà la raccolta nella nuova modalità.
La raccolta differenziata si svolgerà con cadenza giornaliera e le zone di residenza saranno divise in gruppi. Nelle prossime settimane sarà distribuito anche il calendario che spiegherà quali rifiuti saranno prelevati ogni giorno. I contenitori saranno blu per la plastica, verde per vetro latta e lattine, giallo per carta e cartone, marrone per l’ umido organico e bianco per il secco indifferenziato.
È disponibile sul sito del comune di Cagliari la guida al corretto conferimento dei rifiuti.
L'”ecobolario”, una sorta di guida alla raccolta differenziata realizzata dal Comune, spiega passo per passo quali sono i giusti accorgimenti per la buona riuscita della raccolta differenziata: basterà cercare il nome del rifiuto da conferire e accanto si troverà il simbolo descrittivo (umido organico, carta, plastica, vetro e metalli, secco indifferenziato) e quindi il contenitore da utilizzare.
Per quanto riguarda il servizio di ritiro di oggetti ingombranti è attivo il numero verde gratuito (800.533.122) tramite il quale è possibile prenotare un appuntamento.
Sono state inoltre attivate tre isole ecologiche mobili (via Newton, parcheggi via Puglia, parcheggio Cuore), e un nuovo servizio online con sito internet e annessa app, per essere sempre aggiornati in tempo reale sul servizio.
I contenitori sono muniti di chiusura anti-randagismo, codici in BRAILLE per non vedenti e un chip di riconoscimento che servirà come sistema elettronico di identificazione. Il microchip in un futuro servirà all’attivazione del nuovo meccanismo di pagamento della Tari, non più in base al numero dei componenti del nucleo familiare che abitano nell’abitazione o i metri quadrati, ma in base consumo effettivo di rifiuti.
In Sardegna esiste un paesino fondato nel Settecento da coloni greci
Questo comune, oggi abitato da poco meno di 500 abitanti e purtroppo interessato da un forte fenomeno di spopolamento, fu fondato nel 1751 da coloni greci provenienti dalla regione della Maina.
Tra i tanti paesi della Sardegna alcuni hanno origini molto particolari. Tutti o quasi conoscono la storia della “catalana” Alghero e della “ligure” Carloforte. In pochi conoscono invece la storia di un altro comune sardo la cui fondazione è dovuta sempre a popolazioni venute dall’estero.
Stiamo parlando di Montresta, piccolo borgo della Planargia al confine con il Logudoro turritano. Questo paese si trova a pochi km da Bosa, immerso in un territorio selvaggio, suggestivo e incontaminato.
Questo comune, oggi abitato da poco meno di 500 abitanti e purtroppo interessato da un forte fenomeno di spopolamento, fu fondato nel 1751 da coloni greci provenienti dalla regione della Maina, la penisola meridionale al centro del Peloponneso. Le popolazioni arrivarono in Sardegna non direttamente dalla Grecia ma dalla Corsica, isola in cui si rifugiarono nel secolo precedente dopo una cocente sconfitta militare contro i Turchi ottomani.
Furono i genovesi ad ospitarli a partire dagli anni ’70 del ‘700 nell’isola oggi facente parte della Repubblica francese. Tutto cambiò a partire dal 1731, quando la Corsica si ribellò al dominio ligure. I rapporti con i corsi non furono idilliaci e così, intorno al 1746 alcune decine di greci manioti cercarono rifugio in Sardegna, accolti benevolmente da Carlo Emanuele III re di Sardegna, lo stesso regnante che concesse l’Isola di San Pietro ai tabarchini in fuga dal Nord Africa.
Nasce così il Villaggio di San Cristoforo di Montresta, detta “Montresta la greca”. I rapporti con i vicini bosani non furono idilliaci ma l’insediamento dei popoli ellenici guidati dalla famiglia dei Passerò (cognome italianizzato da “Psaròs”, ancora oggi vi abitano dei discendenti) è durato fino ai tempi nostri.
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