San Michele, vendevano droga nella csa di famiglia: in manette due fratelli di 18 e 19 anni

Nel corso di specifiche attività di osservazione e pedinamento eseguite dalla Squadra Mobile nei quartieri della Marina ed in zona di San Michele si è proceduto ad attività mirate ed in via Bosco Cappuccio nel quartiere San Michele è stata
Nel corso di specifiche attività di osservazione e pedinamento eseguite dalla Squadra Mobile nei quartieri della Marina ed in zona di San Michele si è proceduto ad attività mirate ed in via Bosco Cappuccio nel quartiere San Michele è stata individuata la base dello spaccio e della custodia dello stupefacente e sono stati arrestati due giovani fratelli di 18 e 19 anni.
Infatti nel corso della mattinata dopo un breve servizio di osservazione, un equipaggio dei Falchi riusciva ad individuare un giovane di origini magrebine seduto in una panchina della piazza del Carmine, contattato da alcuni giovani di passaggio che, dopo avergli consegnato una banconota, ricevevano in cambio qualcosa, verosimilmente della sostanza stupefacente. Immediatamente dopo aver monitorato la scena l’equipaggio decideva di intervenire e dopo un breve inseguimento a piedi lungo le strade della Marina bloccava il pusher identificato per B.B. un ragazzo di 17 anni di origini algerine, trovato in possesso di due stecche di sostanza stupefacente solida resinosa di colore marrone, hashish, aventi un peso complessivo di grammi 8,270 e di diverse banconote da piccolo taglio provento dell’attività di spaccio.
Contestualmente è stato predisposto un servizio di osservazione in via Bosco Cappuccio all’altezza del civico 12 dove venivano arrestati i fratelli Fabian Alberto Zoccheddu, 18 anni, e Fabio Mario Zoccheddu, 19. I due si sono resi responsabili nella flagranza ed in concorso tra loro del reato di spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti.
I due fratelli spacciavano all’interno dell’abitazione al piano terra e tale attività criminosa non si era mai interrotta nonostante gli arresti eseguiti nei mesi di giugno e settembre 2017 in quell’appartamento, a carico di Marco Zoccheddu, padre dei due arrestati. Nel corso delle operazioni di appostamento si notava che l’abitazione era frequentata da un continuo via vai di tossicodipendenti ma soprattutto che l’accesso alla casa era monitorato da un servizio di videosorveglianza.
Al fine di eludere i sistemi di controllo predisposti dagli arrestati i falchi riuscivano a mimetizzarsi tra i soliti acquirenti che i due arrestati ricevevano alla porta. In tal modo si riusciva ad entrare e con il contributo fondamentale degli equipaggi del reparto prevenzione crimine Sardegna e della Squadra Volanti della Questura si riusciva a cinturare l’intera zona e procedere all’incursione.
Nel corso della perquisizione si rinveniva la somma di 815 euro, suddivisa in banconote da euro 50 e 20 mentre nella camera da letto precisamente nel cassettone del secondo letto presente, venti panetti di hashish in parte avvolti con del nastro marrone ed una banconota da euro 50, per un peso complessivo di circa 2 Kg. ed un bilancino elettronico di precisione di colore nero, perfettamente funzionante.
Inoltre si procedeva al sequestro del sistema di videosorveglianza, precedentemente descritto, che risultava essere costituito da tre micro telecamere dislocate all’esterno dell’abitazione collegate in remoto via WI-FI ad un tablet, tramite un modem ed una centrale rinvenuti all’interno di una terza camera da letto. A seguito dei gravi elementi i due fratelli, su disposizione dell’autorità giudiziaria, venivano arrestati ed accompagnati al carcere di Uta.

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