Vi sentite un po’ tristi oggi? La colpa potrebbe essere del Blue Monday, il giorno più triste dell’anno

Meteo impietoso, influenze stagionali, portafogli un po’ più vuoto dopo i bagordi delle festività natalizie, ritorno al lavoro e presa di coscienza dei nuovi obiettivi per il nuovo anno: sarebbero queste e tante altre, secondo alcuni psicologi le motivazioni che hanno
Meteo impietoso, influenze stagionali, portafogli un po’ più vuoto dopo i bagordi delle festività natalizie, ritorno al lavoro e presa di coscienza dei nuovi obiettivi per il nuovo anno: sarebbero queste e tante altre, secondo alcuni psicologi le motivazioni che hanno portato a eleggere il terzo lunedì del mese il giorno più triste dell’anno. Una data che nascerebbe da veri e propri calcoli matematici, anche se la maggior parte degli psichiatri risulta ancora scettico davanti a questa nuova ricorrenza.
Un giorno triste per tanti il Blue Monday, un’occasione da cogliere al volo per conoscersi a fondo per gli psichiatri, alcuni dei quali ovviamente sorridono di fronte a questa ricorrenza così curiosa: come spiega il presidente della Società italiana di psichiatria, Claudio Mencacci, per uscire velocemente da questo stato d’animo è necessario vivere la ricorrenza in modo diverso e un po’ controcorrente: “Anche la tristezza è un’emozione, dunque viviamola come tale e questa giornata, in un certo senso, la rivaluta”. Infatti, spiega, “è giusto accogliere in noi un “arcobaleno” di emozioni, incluse quelle “blue”, o tristi, perché così potremo dare un corretto valore a tutte le altre. Insomma, la giornata del Blue Monday potrebbe rappresentare anche un utile invito alla riflessione”.
Ad essere invece convinto di tale ricorrenza è ovviamente il suo “ideatore”: a calcolare la data con esattezza, nei primi anni 2000, è stato Cliff Arnall, uno psicologo dell’Università di Cardiff, che tramite una complicata equazione (che prende in considerazione alcune variabili come il meteo, i sensi di colpa per i soldi spesi a Natale, il calo di motivazione dopo le Feste e la crescente necessità di darsi da fare) ha calcolato che questo è proprio il giorno più “nero” dell’anno. E in Gran Bretagna, ad esempio, il tema viene preso sul serio, tanto che si calcola che proprio in questa giornata aumenti il numero di assenze dal lavoro.
Dall’esperta, dunque, alcuni consigli per non lasciarsi trasportare dalla tristezza del ‘Blue Monday’: ritagliarsi del tempo da dedicare all’attività fisica, essere flessibili e scegliere degli obiettivi, non utopistici, da raggiungere; concedersi delle piccole ricompense, dopo un’intensa giornata di lavoro. E infine, conclude la psicoterapeuta, “cerchiamo di trascorrere momenti con amici e famiglia. La regola? Buttiamo giù la maschera e comunichiamo disagi e delusioni, smettendo di far finta di essere vincenti. Abbiamo bisogno di rapporti veri”.

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Dalla Sardegna agli USA: cellule staminali da sangue cordonale salvano un bimbo americano

Una donazione partita da Cagliari ha permesso un trapianto cruciale a Cincinnati.
Un lungo viaggio intercontinentale, da Cagliari a Cincinnati, ha segnato la speranza di vita per un bambino statunitense di appena un anno, affetto da una rara patologia genetica. Protagoniste di questa storia sono un’unità di cellule staminali da sangue cordonale, prelevata in Sardegna e utilizzata con successo per un trapianto salvavita negli Stati Uniti.
Il prelievo, come riporta il quotidiano L’Unione Sarda, è avvenuto lo scorso aprile presso la Banca del Sangue Cordonale (BSC) dell’Arnas Brotzu, guidata dal dottor Mauro Carta. L’unità è stata spedita al Centro Trapianti di Cincinnati, dove è stata impiegata nel trattamento del piccolo paziente. L’intervento, reso possibile grazie alla collaborazione tra la struttura cagliaritana e il registro americano NMDP (National Marrow Donor Program), è stato coordinato con il supporto del Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo (IBMDR).
La donazione, frutto della generosità di una famiglia sarda, ha avuto un esito positivo, senza complicanze rilevanti nel decorso post-operatorio. Un gesto semplice ma straordinario, che ha permesso di trasformare quello che spesso viene scartato – il sangue contenuto nel cordone ombelicale – in una risorsa preziosa per la medicina. Le cellule staminali ematopoietiche contenute nel cordone ombelicale rappresentano oggi una valida opzione per il trattamento di numerose patologie, in particolare nel campo dell’onco-ematologia pediatrica.

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