Capodimonte, pizza di qualità e non solo con la cucina di chef Riccardo Porcedda, allievo di Roberto Petza
A Cagliari c’è un ristorante dove due amici si possono sedere allo stesso tavolo e ordinare una Margherita e una pizza con l’oro sopra. Sì, oro commestibile 23 carati prodotto da un’azienda fiorentina, accompagnato da caviale di storione beluga huso
A Cagliari c’è un ristorante dove due amici si possono sedere allo stesso tavolo e ordinare una Margherita e una pizza con l’oro sopra. Sì, oro commestibile 23 carati prodotto da un’azienda fiorentina, accompagnato da caviale di storione beluga huso huso di un’azienda lombarda, bottarga di muggine di Cabras, burro Echiré francese (per intenderci quello servito ogni mattina al presidente Macron insieme ai croissant), pistilli di zafferano dop di San Gavino Monreale e fiori di zafferano essiccati. Sulla Margherita invece “solo” pomodoro San Marzano dop, Fior di latte di Agerola e olio extra vergine di oliva Ozzastrera di Bolotana. Ad unire la “Regina” delle pizze e la nuova “creatura” del ristorante Capodimonte, oltre alla bontà e alla passione di chi le fa uscire dalla cucina, un impasto realizzato con una cura quasi maniacale.
La pizza con l’oro può sembrare una provocazione, ma è soprattutto un esercizio stilistico che vuole dimostrare la ricerca spasmodica verso la perfezione del prodotto finale da parte del giovane titolare, Alessandro Mulas.
Alessandro, 29 anni di Bolotana, è uno di quei giovani imprenditori sardi che non si accontenta di creare qualcosa, ma che vuole spingersi più in là, alla ricerca della vera qualità. Dopo aver abbandonato gli studi in farmacia, ha capito che il suo sogno era quello di restaurare il concetto di pizza, da piatto scontato e povero a piatto ricercato e talvolta – perché no – anche ricco. Così ha fatto le valigie ed è andato a Napoli e a Roma a studiare dai migliori pizzaioli della città partenopea e della Capitale. Ma è stato l’incontro con un sardo a fargli fare il salto di qualità. Camillo Caddeo, tecnico del Molino Casillo, azienda che produce farine di alta qualità, gli ha permesso di scoprire tutti i segreti che ci sono dietro alla realizzazione di un impasto perfetto.
Può sembrare facile realizzare una pasta madre per la pizza, ma non lo è. Capodimonte utilizza farine di sicura provenienza italiana (Mulino Casillo e Molino Marino) e lievito madre di proprietà affinato con l’aiuto di Piergiorgio Puddu, panificatore di grande esperienza. La pasta viene lasciata a maturare 50 ore in un ambiente ideale. «Ultimamente c’è una gara a chi fa lievitare la massa il più possibile – spiega Alessandro – la nostra riposa per 50 ore non perché devono essere tante, ma perché quello è il tempo ideale per il nostro tipo di impasto».
E una pizza buona, realizzata con cura e con amore, non ha bisogno di molti ingredienti. Per questo, oltre alle pizze più elaborate come quella di cui vi abbiamo parlato precedentemente ce ne sono altre come la Marinara con la Burrata al centro, che sembrano preparazioni semplici e banali, ma non lo sono affatto.
«La mia Marinara è frutto di una continua e costante ricerca, anzi nella sua preparazione è molto più complessa di tante altre» ci tiene a precisare Alessandro, per spiegare che una pizza è buona non per la scelta di ingredienti lussuosi e ricercati, ma per come questi ingredienti vengono preparati e messi insieme sul piatto.
Caviale, pizza e champagne è il motto di Capodimonte in cui ovviamente non mancano piatti di mare e terra in chiave gourmet. A realizzare i piatti è lo chef Riccardo Porcedda, allievo di Roberto Petza, una delle uniche due stelle Michelin presenti in Sardegna. Una garanzia di qualità che si può già immaginare da questo piatto: “Calamaro e salsa del suo nero, ricotta di pecora affumicata, asparagi e carciofi”.
Da abbinare ai migliori champagne disponibili sul mercato Capodimonte propone crudi di mare, antipasti creativi e innovativi e degustazioni di prodotti in purezza, come quella dedicata al Jamón Ibérico Patanegra de Bellota, o agli affumicati di mare tra cui musciame di tonno di Carloforte e anguilla e affumicati di Cabras.
Per chi preferisce farsi guidare dallo chef sono disponibili due menu degustazione, uno mare e uno terra che prevedono un’Entrèe di presentazione abbinato a flute di Champagne del mese, un antipasto, un primo, un secondo e un dolce della casa. Con un calice di vino bianco incluso il menù che consente di assaggiare alcune delle migliori creazioni di chef Riccardo Porcedda, viene proposto al prezzo – molto competitivo per questa fascia di ristoranti – di 45 euro. Stesso discorso per il menù di terra che viene proposto al prezzo di 35 euro. Spazio anche al Menù del giorno al costo di 20 euro.
Oltre allo Champagne, spazio alle birre artigianali, che arrivano da due birrifici sardi d’eccellenza, la Marduk di Irgoli e la Barley di Maracalagonis, e a vini acquistati da cantine proprietarie di vigne, Pala su tutte.
Per ora Capodimonte apre solo a cena, ma presto sarà disponibile anche a pranzo, dove nel business lunch troveranno spazio preparazioni come Primi di Pasta Fresca (fatta in casa) e i Burger.
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