Accoglienza diffusa, Cpr a Macomer e volontariato dei migranti nei comuni ospitanti. Le novità dell’accordo Regione-Prefetture- Anci
Sono stati firmati questo pomeriggio, presso la sede della Prefettura di Cagliari al Palazzo Vice regio, i due protocolli d’intesa rispettivamente per l’accoglienza diffusa e l’impiego dei richiedenti protezione in attività di utilità sociale. A sottoscrivere i due accordi, alla presenza
Sono stati firmati questo pomeriggio, presso la sede della Prefettura di Cagliari al Palazzo Vice regio, i due protocolli d’intesa rispettivamente per l’accoglienza diffusa e l’impiego dei richiedenti protezione in attività di utilità sociale. A sottoscrivere i due accordi, alla presenza di Gerarda Pantalone, Capo Dipartimento Libertá Civili del Ministero degli Interni, sono stati il Presidente della Regione Sardegna, le Prefetture, l’ANCI e i Sindaci di Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano.
Il primo protocollo regolerà a livello regionale quanto già previsto dalla convenzione Ministero dell’Interno/ANCI, e cioè la realizzazione dell’accoglienza graduale, proporzionale, sostenibile e diffusa dei richiedenti asilo. Questo accordo è un ulteriore tentativo da parte del Governo, della Regione e dei comuni sardi di migliorare il modello di accoglienza sino ad oggi utilizzato, distribuendo le quote in modo più ragionevole nel territorio sardo. Oggi i migranti accolti in Sardegna sono circa 5400, il 2,8% di quelli presenti sul territorio nazionale. Diversi sono gli impegni presi dalle varie forze in campo. La Regione fornirà supporto, anche economico, agli Enti locali affinché vengano garantiti da chi accoglie gli standard di qualità previsti per legge e che l’impatto sociale della stessa accoglienza sia sostenibile. La Regione, inoltre, finanzierà e promuoverà dei percorsi informativi sul tema dell’accoglienza dei cittadini stranieri rivolti ai cittadini, iniziative culturali che promuovano momenti di incontro e scambio con i richiedenti protezione internazionale ed attività formative e informative sui temi dell’accoglienza e multiculturalità.
Le Prefetture saranno sempre il riferimento per gli appalti dei servizi di accoglienza straordinaria ma da questo momento in poi verrà data priorità, dove possibile, alla collocazione dei migranti in unità abitative, riducendo gradualmente la loro presenza nelle strutture alberghiere. Inoltre, le Prefetture escluderanno dai bandi per i servizi di accoglienza i comuni e i territori che hanno già attivato progetti SPRAR e hanno raggiunto quindi i limiti posti dalle quote previste dall’accordo tra Ministero dell’Interno e Anci. Quest’ultimo, infine, promuoverà azioni di sensibilizzazione e affiancamento tecnico e istituzionale nella prima fase dell’accoglienza (e cioè nei CAS, ndr) e l’attivazione di progetti SPRAR.
Il secondo protocollo, invece, mira a promuovere l’impiego dei richiedenti protezione internazionale in attività di utilità sociale, con l’obiettivo di favorire l’integrazione e l’inserimento nel tessuto sociale dei richiedenti asilo ospitati nei centri di accoglienza straordinaria attivati in Sardegna ed evitare così l’emarginazione e l’esclusione sociale. L’iniziativa è stata già in parte avviata dalla Giunta regionale, con risorse regionali, e ha visto l’adesione di quattro comuni: Cagliari (con due progetti), Cargeghe, Iglesias e Valledoria. Ai richiedenti protezione e rifugiati viene proposto lo svolgimento di attività di volontariato di pubblica utilità, in collaborazione con il comune o con i comuni in cui il Cas è ubicato, favorendo quindi una maggiore partecipazione degli stranieri alla vita sociale locale e creando le condizioni per la loro integrazione. Le attività saranno infatti di carattere civile, sociale, educativo, ambientale, sportivo e culturale.
La firma dei due protocolli è stata inoltre l’occasione per discutere e sottoscrivere un altro importante accordo che riguarda, invece, gli sbarchi diretti sulle coste sarde. Si è giunti infatti ad un accordo per l’apertura del centro di Macomer: sarà infatti un centro di detenzione amministrativa che ospiterà chi è in attesa di rimpatrio, perché provvisto di un foglio di via. «La condizione che abbiamo posto è stata garantita – ha dichiarato il primo cittadino di Macomer, Onorato Succu -. Noi chiedevamo che il centro fosse un centro di detenzione e garantire quindi la sicurezza dei nostri cittadini e così sarà».
«Abbiamo accolto la disponibilità del comune di Macomer – ha detto Filippo Spanu, Assessore agli Affari Generali della Regione Sardegna – e in accordo con esso, il centro sarà un centro detentivo amministrativo per coloro che hanno ricevuto il foglio di via e sono in attesa di rimpatrio».
Il centro avrà una capienza massima di 150 persone e sarà aperto in tempi brevi, come ha assicurato la stessa Gerarda Pantalone. Allo stesso modo sarà portato avanti il dialogo già aperto con l’Algeria per bloccare i flussi diretti verso l’isola, dei quali lo stesso centro di Macomer sarà un deterrente perché, ha dichiarato il Presidente Francesco Pigliaru, «ospiterà coloro che sono in attesa del rimpatrio, scoraggiando quindi chi dall’Algeria programma di venire in Sardegna. Il centro di Macomer, da una parte, e il dialogo con l’Algeria dall’altra sono due strumenti che ci permetteranno di bloccare definitivamente questi arrivi».
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