Fra murales, moda e design. La Fille Bertha e le sue inconfondibili creature

Per conoscere e capire la poliedricità dell’arte de La Fille Bertha forse le parole non sono sufficienti. E basta scorrere il suo profilo Instagram per perdersi fra le innumerevoli collaborazioni e commissioni di lavori sparsi qua e là fra Italia,
Per conoscere e capire la poliedricità dell’arte de La Fille Bertha forse le parole non sono sufficienti. E basta scorrere il suo profilo Instagram per perdersi fra le innumerevoli collaborazioni e commissioni di lavori sparsi qua e là fra Italia, Europa e America. Ma andiamo con ordine.
Alessandra Pulixi, alias La Fille Bertha, nasce a Cagliari nel 1984. Il disegno ha sempre fatto parte della sua vita, sin dall’infanzia, come un’esigenza personale e un’eredità – confessa – della nonna, artista anche lei. E dall’infanzia arriva anche il suo nome d’arte: Bertha, un nome che riemerge dai ricordi passati, al quale Alessandra ha aggiunto poi La Fille. La laurea in Psicologia non la allontana dalla sua vita da artista, anzi, la completa e grazie ad una borsa Erasmus parte per Vienna, dove accanto allo studio trova il tempo per lasciare qualche sua traccia lungo il Danubio. Studia poi illustrazione e visual merchandising, rafforzando perciò il suo percorso artistico.
Figure umane, soprattutto femminili, in una dimensione a metà fra l’onirico e il reale, elementi naturali e animali sono i soggetti dei disegni realizzati con colori privi di sfumature e in cui i pattern (motivi, ndr) e linee assumono una forte connotazione. Le sue figure sono per lei una continua ricerca artistica, rappresentazioni di stati d’animo, reinterpretazioni di storie e di temi. «I miei disegni sono in continua evoluzione, così come la mia persona – spiega Alessandra – se guardo i miei primi disegni noto delle differenze rispetto a quelli di oggi».
«Il primo murales a Cagliari l’ho dipinto probabilmente intorno al 2008» racconta. Nel 2012 arrivano le prime importanti collaborazioni con le amministrazioni locali, i curatori di mostre e di eventi culturali. «Ogni disegno ha una sua storia – spiega Alessandra mentre mostra le stampe dei suoi lavori». Ripercorrere la storia di ciascuno di loro è come fare tanti piccoli salti nel passato, in luoghi diversi tra loro che oggi condividono i motivi e i volti delle sue creature.
Realizzati con tecniche miste, dagli spray alle pitture, i suoi murales si possono ammirare ormai in quasi tutta la Penisola: dalla Sardegna (Cagliari, Laconi, Masullas, Castelsardo, San Gavino, ecc.), passando per la Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, Abruzzo, Emilia Romagna, Lombardia, Liguria. Tante e diverse commissioni che hanno messo alla prova La Fille Bertha con progetti sempre più ambiziosi. Come gli ultimi due murales “Colorful Queen” e “A Mamm’ ‘e Tutt’e Mamm” realizzati la scorsa estate a Napoli, a Ponticelli e a Castello di Cisterna: due enormi spazi di colore che hanno riqualificato due parti della città facendo arrivare anche qui il messaggio di bellezza dell’arte.
Street Art, ma non solo. I motivi e le figure femminili, un po’ malinconiche e maliziose, de La Fille Bertha sono anche serigrafie e tavole, disegnate a mano e/o in digitale, che hanno ispirato designer e stilisti italiani con i quali sono nati diversi progetti. Le collaborazioni con i marchi di moda e design sono diverse: dalle vetrine dipinte a mano per Marni, a quelle per Eastpak, a una edizione limitata di etichette per vini Bottle up wine, ai packaging dei trucchi di Wycon, alle cover in legno dell’azienda milanese Wood’d (in uscita prossimamente), alle topper per le borse delle If bags, fino ai kimono dipinti a mano a Los Angeles per Desperate. E c’è anche chi, le “Filles” se le fa persino tatuare, per imprimere sulla pelle una vera e propria opera d’arte.
Oltre ad alcune pubblicazioni in riviste di moda e presenze in diversi festival e fiere nel nostro Paese, un altro riconoscimento è arrivato nel 2016 da oltreoceano, quando due opere de La Fille Bertha sono state nominate nella categoria “chosen illustrations” dal concorso “American Illustration AI 36”, fra le illustrazioni più significative dell’anno (https://www.ai-ap.com/slideshow/AI/35/la-fille-bertha-alessandra-pulixi/#1). 
Tutto questo girovagare artistico ci riporta inesorabilmente a Cagliari, dove La Fille Bertha ha avuto inizio e dove tuttora, spesso, inizia, perché è qui che Alessandra ha al momento una propria “base”, oltre a quella costantemente ed immancabilmente itinerante. «A Cagliari incontro tante persone anche perché ormai è una città conosciuta sotto diversi aspetti –conclude -, è un territorio al quale sono naturalmente legata e dal quale sono ispirata».

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