Aspettando “Godot” Pavoletti: il bomber alla ricerca del primo gol in rossoblù (dell’ex) contro il Genoa
Per lui, quello di domenica prossima, non potrà proprio essere un match come gli altri. Cagliari-Genoa, del resto, è la partita del cuore di Leonardo Pavoletti, che coi rossoblù liguri ha disputato le stagioni migliori della sua carriera da attaccante
Per lui, quello di domenica prossima, non potrà proprio essere un match come gli altri. Cagliari-Genoa, del resto, è la partita del cuore di Leonardo Pavoletti, che coi rossoblù liguri ha disputato le stagioni migliori della sua carriera da attaccante col vizio del gol. Tra quattro giorni, però, quando alle 15 l’arbitrò fischierà l’inizio della sfida della Sardegna Arena, “Pavoloso” dovrà dimenticare il passato e concentrarsi solo sul suo presente. Un presente chiamato, appunto, Cagliari, la squadra che su di lui ha investito la somma più cospicua della storia delle sue campagne acquisti (ben 10 milioni di euro) e che ora aspetta le sue reti.
Come Giulini e soci, ad attendere “Godot” Pavoletti, bomber dalle polveri (purtroppo ancora) bagnate, sono pure i tifosi cagliaritani e, tra questi, in particolar modo, i tanti irriducibili fedelissimi che, non più tardi di un mesetto fa, lo salutarono all’aeroporto di Elmas tributandogli un’accoglienza degna di un re. È anche per loro che Leonardo deve (finalmente) sbloccarsi e trovare contro il suo amato Genoa questo benedetto primo gol in campionato.
Certo, fare centro contro la formazione allenata da Juric non sarà facile, anche perché, soprattutto, non sarà facile azzerare e mettere a tacere le emozioni. E di emozioni, nei due anni trascorsi (tra il gennaio 2015 e quello 2017) all’ombra della Lanterna, Pavoletti ne ha provate molte e fatto provare altrettante ai tifosi del Grifone. Tradotte in reti, sono state 25 in 46 partite, moltissime per un attaccante che, prima di allora, in Serie A, era andato a segno solo una volta (in nove incontri disputati) con la maglia del Sassuolo.
Gli emiliani, tra l’altro, sono stati i primi a portare Pavogol nel calcio che conta: nel 2011-2012 lo acquistarono infatti dalla Virtus Lanciano, club con cui Leonardo si era laureato capocannoniere di Lega Pro pochi mesi prima, facendolo esordire in Serie B. Quella in neroverde, comunque, non fu una esperienza fortunatissima per il centravanti toscano, che, pur gonfiando la rete in undici occasioni nel campionato cadetto, in una stagione contraddistinta anche da una squalifica di 40 giorni per doping, non riuscì a conquistare in toto la fiducia della società di Squinzi, risoluta, a fine anno, nella decisione di mandarlo in prestito a Varese.
In Lombardia, sempre in Serie B, Pavoletti visse una splendida annata – 24 centri in 39 presenze -, tanto che tutti smisero di pensare a lui come al classico attaccante da categoria minore, una etichetta che sembrava giustificata dai suoi felici trascorsi in D – 16 le reti con l’Armando Picchi – e in C.
Altro che bomber di periferia: al Genoa, club nel quale è giunto via Sassuolo, il numero trenta rossoblù ha dimostrato di valere addirittura la A, spiccando il volo verso il Napoli, dove non ha brillato per l’agguerrita concorrenza, e la Nazionale, conosciuta nell’agosto del 2016 grazie alla convocazione del c.t. Ventura.
Ora, però, per Pavoletti è arrivato il momento (difficile) delle conferme. Il Cagliari ha puntato forte su di lui per il post-Borriello (guarda il caso, un altro ex Genoa) e il ventottenne livornese deve ripagare lo sforzo a suon di gol. Magari, a cominciare proprio dalla partita del cuore contro i rossoblù liguri: glielo chiede tutta un’Isola.
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