La telenovela sull’apertura del canile di Villacidro sembra essere giunta alle puntate finali. Con una determina del 29 settembre, la giunta guidata dalla sindaca Marta Cabriolu ha pubblicato i moduli per la presentazione delle manifestazioni d’interesse della struttura presente in Loc. Cannamenda, che da anni attende di essere affidata.

Non si tratta del primo bando per l’assegnazione del canile comunale. Già nel 2016 la gara aveva avuto un vincitore. L’associazione Bau Club, unici peraltro a partecipare, si aggiudicarono la gestione della struttura, ma all’epoca non fu possibile ottenere le autorizzazioni necessarie, per cui la Bau Club si ritirò: «In questo periodo abbiamo reso agibile la strutture – spiega la sindaca Cabriolu – adattandola alle richieste della ASL per il rilascio delle autorizzazioni, e la società che si aggiudicherà la gara non incontrerà le difficoltà del passato». Sembra dunque che il corto circuito burocratico legato al rilascio del nulla osta per l’apertura sia sanato.

Stando a quanto assicura la prima cittadina, la struttura è ora perfettamente agibile:« Nel bilancio di previsione avevamo stanziato delle somme (intorno ai 7000 euro) che sono state utilizzate per l’adeguamento dell’immobile, dotato ora di vetri antisfondamento, locale ad uso ambulatorio, uso uffici, sala operatoria, cucina e guardiania. Il canile, inoltre, è dotato di box sufficienti a ospitare 200 cani e 20 gatti». L’apertura porterà ad un risparmio anche nelle tasche dei cittadini. Finora infatti, vigeva una convenzione fra il Comune di Villacidro e il canile di Olbia, nel quale vengono mantenuti circa 70 amici a quattro zampe provenienti dal Medio Campidano, con un costo annuale che si aggira attorno ai 57 mila euro. Da non trascurare il fatto che la struttura, costruita circa dieci anni fa, costò alla comunità 35omila euro, senza però esser mai stata usata. Uno spreco che sembra stia per finire.

Le manifestazioni d’interesse per la partecipazione al bando sono aperte all’indirizzo http://hosting.soluzionipa.it/villacidro/albo/albo_dettagli.php?id=4188 , consultabile anche dal profilo facebook della sindaca. C’è tempo fino al 31 ottobre per la presentazione, poi il bando.

Un Comune al giorno, paesi di Sardegna: Barumini, cuore antico della Marmilla.

Nel cuore profondo della Marmilla, là dove la valle del fiume Mannu incontra i pendii della Giara, sorge un luogo dove il tempo sembra essersi fermato: Barumini, uno scrigno di storia, cultura e identità sarda.

Barumini

Sin dalla preistoria questo piccolo centro è stato protagonista della vita isolana, culla di una civiltà straordinaria che ha lasciato in eredità uno dei suoi simboli più affascinanti: Su Nuraxi, il complesso nuragico che campeggia all’ingresso del paese, simbolo universale dell’ingegno dei nostri antenati. Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1997, Su Nuraxi è l’unico sito archeologico sardo a godere di questo prestigioso riconoscimento, un capolavoro di pietra basaltica che racchiude duemila anni di storia, dal XVI secolo avanti Cristo fino all’epoca bizantina. Frutto delle straordinarie campagne di scavo condotte da Giovanni Lilliu, padre dell’archeologia sarda, il sito si presenta come un nuraghe complesso con bastione e torre centrale alta diciotto metri, circondato da quattro torri angolari e da un agglomerato di circa cinquanta capanne, pozzi, cisterne e passaggi intricati, testimoni di una quotidianità remota e affascinante. A pochi passi, il centro culturale dedicato proprio a Lilliu, oggi cuore pulsante di eventi, esposizioni e attività che raccontano l’archeologia e l’artigianato sardo in un contesto suggestivo e autentico.

Casa Zapata

Ma Barumini non si esaurisce qui: nel cuore del paese un altro gioiello archeologico, il Nuraxi ‘e Cresia, venuto alla luce sotto la nobile Casa Zapata, residenza cinquecentesca dei baroni aragonesi giunti nell’Isola nel 1323. Qui, dove l’eleganza dell’architettura ispano-rinascimentale incontra la potenza delle radici nuragiche, ha sede dal 2006 un raffinato polo museale: passerelle sospese e pavimenti trasparenti permettono di ammirare le torri nuragiche inglobate nella dimora signorile, mentre il percorso museale conduce il visitatore attraverso 180 reperti provenienti da Su Nuraxi, una sezione storico-archivistica, una etnografica e il prezioso museo regionale delle launeddas, strumento musicale tradizionale a tre canne. La storia di Barumini attraversa epoche e civiltà: dopo la dominazione nuragica e quella romana, il paese fu annesso al giudicato di Arborea nel Medioevo, periodo di cui restano splendidi esempi di architettura religiosa, come le chiese di San Nicola, con elementi arcaici e pisani, e quella di San Giovanni, risalente al XIII secolo.

Casa Zapata

E poi c’è la natura, potente e silenziosa, con gli altopiani basaltici della Giara, regno selvaggio dei cavallini della Giara, piccoli, forti e misteriosi, che si muovono liberi tra querce secolari, lecci, roverelle, laghetti effimeri e profumi di macchia mediterranea. Barumini è tutto questo: un viaggio nella storia millenaria della Sardegna, una tappa obbligata per chi vuole toccare con mano l’anima antica e fiera dell’Isola.