A Cagliari dal 20 al 24 settembre la ‘Bjjsummerweek’, l’evento per gli amanti del Jiu Jitsu brasiliano
C’erano atleti dalla Spagna, Francia, Dubai, Slovenia, Inghilterra, Scozia, Ungheria, Polonia, Romani, Moldavia, Russia, Ungheria, Svizzera, Austria, Inghilterra, Brasile, Stati Uniti e Portogallo. Tanti anche i campioni sardi e “continentali”, gli stessi che sabato e domenica scorsa nella Palestra A
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C’erano atleti dalla Spagna, Francia, Dubai, Slovenia, Inghilterra, Scozia, Ungheria, Polonia, Romani, Moldavia, Russia, Ungheria, Svizzera, Austria, Inghilterra, Brasile, Stati Uniti e Portogallo. Tanti anche i campioni sardi e “continentali”, gli stessi che sabato e domenica scorsa nella Palestra A del comprensorio sportivo di Montemixi si sono contesi il podio della 1^ edizione della Sardinian Open di Jiu Jitsu Brasiliano. In cento, forse più, oggi hanno preso d’assalto la Sala del Consiglio del Municipio di via Roma per l’incontro d’apertura del Bjjsummerweek, il progetto di promozione del territorio attraverso la pratica sportiva di una delle arti marziali più diffuse al mondo.
A fare gli onori di casa è stato il presidente dell’Assemlea Civica di Cagliari, Guido Portoghese, che complimentandosi con gli organizzatori dell’evento ha sottolineato come «l’iniziativa conferma, una volta di più, la vocazione sportiva, ma anche turistica, di Cagliari a livello internazionale».
Sino a domenica i jujiteri potranno infatti partecipare a stage e seminari tecnici nella Palestra Coni e in quella di Area21 di via Del Timo. Contemporaneamente, però, «è previsto un programma di visite guidate ed escursioni alla scoperta del Capoluogo e dintorni», ha spiegato Daniele Pisu dell’organizzazione e maestro di Bjj. «Ci saranno anche uscite serali nella movida cagliaritana».
Ad accogliere gli atleti anche l’assessore allo Sport Yuri Marcialis. «L’evento è particolarmente importante perché coinvolge ragazzi sardi, ragazzi provenienti da tutta Italia e da molti Paesi del mondo, miscelando sport e promozione turistica di Cagliari e del territorio», ha rimarcato il rappresentante dell’Esecutivo cittadino, con lui anche Filippo Petrucci, presidente della Commissione Sport.
E a giudicare dal numero degli atleti, oltre 200, dei tecnici e degli accompagnatori, che prenderanno parte a questa 2^ edizione della Bjjsummerweek, non c’è da dubitare del fatto che sta crescendo l’appeal turistico- sportivo della Sardegna. Ma anche le probabilità di farla diventare un punto di riferimento del Jiu Jitsu europeo e non solo.
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Da Cagliari con amore: un ecografo che accende la speranza nel cuore dell’Africa

Un ecografo della Medical Sales perfettamente funzionante, partito dalla Sardegna, è in viaggio verso l’Africa e arriverà a destinazione entro la fine di gennaio. Ad attenderlo nel villaggio nigeriano di Igbedor ci sono i volontari di Emmanuel Family Italia, guidati da suor Enza Guccione
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Un ecografo perfettamente funzionante, partito dalla Sardegna, è in viaggio verso l’Africa e arriverà a destinazione entro la fine di gennaio. Ad attenderlo nel villaggio nigeriano di Igbedor ci sono i volontari di Emmanuel Family Italia (EFI), guidati da suor Enza Guccione, impegnati da anni in una delle missioni umanitarie più complesse del Paese.
Il macchinario, che in Italia non può più essere utilizzato perché ha superato i dieci anni previsti dalle normative sanitarie, è tuttavia pienamente operativo. In Sardegna sarebbe stato sostituito come avviene in molti ospedali e studi medici, non per obsolescenza tecnologica ma per regolamento. In molti casi strumenti di questo tipo vengono smaltiti; in questo caso, invece, la tecnologia avrà una seconda vita.
L’ecografo è uno strumento di alto livello, capace di effettuare esami di cardiologia, ginecologia e molte altre applicazioni diagnostiche. Arriverà a Igbedor, un villaggio fluviale di circa 8.000 abitanti nello Stato dell’Anambra, sul fiume Niger, dove oltre 5.000 sono bambini tra 0 e 12 anni.
Qui ha sede la Emmanuel Family, una missione cattolica fondata da suor Enza Guccione, una piccola donna siciliana che, insieme a dieci suore africane, ha creato un ordine religioso interamente dedicato alla cura dei più fragili. In questo villaggio sperduto e dimenticato non esistono servizi essenziali: non c’è corrente elettrica, non c’è acqua potabile, le persone vivono in capanne di fango e paglia. Le condizioni igienico-sanitarie sono drammatiche e malattie come malaria, tifo, scabbia e colera sono diffuse. L’ospedale più vicino si trova a circa cinque ore di barca a motore, un viaggio che molti malati — soprattutto bambini e donne in gravidanza — non riescono a completare.
Emmanuel Family Italia (EFI) sostiene questa missione in un territorio dove povertà, analfabetizzazione e malattia rischiano di dimezzare la popolazione e spingono soprattutto i giovani alla migrazione.
A rendere possibile l’arrivo dell’ecografo è stato il contatto tra Suor Enza e Carlo Pirchio, marketing strategist di Vistanet e direttore creativo, che hanno costruito la rete di relazioni necessaria per avviare la donazione. Oltre all’ecografo è stata richiesta anche un’incubatrice per neonati, fondamentale per salvare i bambini prematuri. Saverio Dubois si è già attivato per trovarla.
Il macchinario proviene dalla Medical Sales Srl di Cagliari, guidata appunto da Saverio Dubois. A Igbedor non sarà utilizzato da un medico, ma da suor Violet, una suora ostetrica appena diplomata, che sta seguendo un corso specifico per imparare a utilizzare l’ecografo e metterlo al servizio del villaggio.
«Questo ecografo per noi rappresenta molto più di una semplice donazione – spiega Saverio Dubois, amministratore della Medical Sales di Cagliari –. In Italia siamo costretti a sostituire strumenti ancora perfettamente funzionanti, mentre in altre parti del mondo c’è un bisogno enorme anche di tecnologia di base. Mettere in contatto queste due realtà significa trasformare uno spreco in una possibilità concreta di salvare vite».
Soddisfazione anche da parte di suor Enza Guccione: «Quello che è successo è un vero lavoro di squadra. Persone che non si conoscevano si sono unite per un unico obiettivo: dare alla nostra comunità uno strumento che può salvare la vita delle mamme e dei bambini. Questo ecografo non è solo una macchina, è un segno concreto di amore e solidarietà, sono molto grata a Carlo, Saverio e tutte le persone che hanno partecipato a questo progetto solidale».
Quella in arrivo a Igbedor è solo la prima di una serie di donazioni: altri strumenti sanitari seguiranno lo stesso percorso, portando cure e speranza in uno dei luoghi più dimenticati dell’Africa. Noi di Vistanet seguiremo il viaggio dell’ecografo fino al suo arrivo a destinazione e racconteremo, grazie a suor Enza, l’emozione della comunità e l’utilizzo concreto di questo prezioso strumento.
Anche voi potete supportare in vari modi la missione di Suor Eva: qui tutte le informazioni su come fare.
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