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“Fermate il massacro dei bambini a Gaza”: l’appello degli studenti di Cagliari commuove la Camera dei Deputati.
La lettera degli alunni delle scuole medie Antonio Cima finisce sui banchi di Montecitorio.
Un appello sincero, toccante e profondo, scritto da giovani studenti cagliaritani, ha attraversato idealmente il Paese per arrivare fino ai banchi della Camera dei Deputati. A dar voce alla lettera è stata la deputata del Partito Democratico Laura Boldrini, che ha letto in Aula il messaggio firmato dagli alunni delle scuole medie Antonio Cima di Cagliari, appartenenti all’Istituto Comprensivo Santa Caterina. Parole semplici ma potentissime, scritte con il cuore e con la consapevolezza maturata tra i banchi di scuola, che si trasformano in un grido di denuncia contro le atrocità della guerra e l’indifferenza della politica. «Vi scriviamo per esprimere la nostra tristezza per quanto sta accadendo alle popolazioni colpite dalle guerre. In particolare, ascoltiamo le urla di dolore degli abitanti di Gaza», recita l’incipit della lettera, un messaggio diretto e senza filtri rivolto ai rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee. I ragazzi raccontano di aver studiato educazione civica, storia, geografia, l’Unione europea, l’ONU e le convenzioni internazionali sui diritti umani, e si dicono profondamente turbati da quanto sta accadendo nel mondo, in particolare nella Striscia di Gaza, dove migliaia di civili, tra cui tantissimi bambini, continuano a morire sotto i colpi della guerra. «Tutto ciò che stiamo imparando – scrivono – viene smentito, contraddetto, negato da quanto sta succedendo nei Paesi a noi vicini. Per questo noi ci sentiamo confusi, impotenti, smarriti». Una riflessione che nasce in classe, ma che diventa interrogativo collettivo e accusa generazionale, rivolta a un’Europa che – a detta dei ragazzi – sembra non fare abbastanza per salvare vite umane. «È disumano vedere che stanno lasciando morire di stenti tanti esseri umani. I 27 Stati dell’Unione europea possono dare un grandissimo contributo alla soluzione di questo dramma e salvare la vita a tante persone», scrivono ancora, mostrando una lucidità e un senso critico rari per la loro età. E poi la domanda finale, che suona come un monito per il futuro: «Proviamo a immaginare cosa studieremo tra dieci anni sui libri di storia: che noi cittadini europei, rappresentati dall’Unione europea, non abbiamo mosso un dito per fermare i massacri di migliaia di bambini? Leggeremo che non ci siamo impegnati fino in fondo per applicare i principi e i valori di giustizia, di pace e di solidarietà su cui si fonda la nostra società europea?». Il messaggio degli studenti di Cagliari è ora parte del dibattito parlamentare e risuona come un invito a riscoprire la responsabilità morale e politica che ciascun rappresentante delle istituzioni porta con sé. Un gesto che dimostra come anche le voci più giovani, se ascoltate, possano scuotere le coscienze e restituire dignità al significato più profondo dell’educazione civica: formare cittadini consapevoli, liberi e responsabili.