Cagliari, la nostra città: un clima incredibile pressoché tutto l’anno e bellezze storico paesaggistiche che noi cagliaritani amiamo all’inverosimile. Quello che spesso non siamo abituati a vedere però, è quando dorme, silenziosa, avvolta dal buio o rischiarata dalla sola luce delle stelle e della luna.

Non tutti però, passata la mezzanotte, si abbandonano tra le braccia di Morfeo: c’è chi, infatti, inizia a lavorare proprio quando per noi Cenerentole è scoccata l’ora del sonno. Tra i “nottambuli forzati” i vigili urbani di Cagliari che, con impegno e dedizione si occupano di vegliare sulle notti di tutti i cagliaritani. E durante le pattuglie notturne ecco che la città si veste di altri colori, atmosfere e suoni.

Gli scatti che pubblichiamo oggi sono di un appassionato agente della Municipale che, durante le uscite notturne, nei rari momenti di quiete, ha immortalato qualche angolo suggestivo della nostra città, a partire da Castello a un’irriconoscibile stazione di piazza Matteotti fino ad arrivare a fine turno con un panorama mozzafiato da viale Europa, all’alba.

Non si tratta di un vero e proprio itinerario, com’è facile intuire: «Sono foto realizzate mentre mi trovo in quei luoghi per lavoro, mica per diletto o svago! Ma ci tengo a precisare che la città è presidiata anche la notte, nonostante la carenza di organico…», precisa il nostro. Si tratta semplicemente di una parentesi che rincuora la vista e l’animo godendo di belle immagini che, magari, potrebbero invogliare qualcuno, durante le calde serate estive, a visitare Cagliari durante queste ore inusuali.

Come si dice caminetto in sardo campidanese?

Caminetti sardi: tradizioni e calore al centro dell’inverno. Questo elemento, simbolo di convivialità e calore domestico, rappresenta un’istituzione ben radicata nella cultura isolana. Ma come si dice caminetto in sardo campidanese?

Con l’arrivo dell’inverno, nelle serrate serate fredde che caratterizzano la stagione, il caminetto torna a ricoprire un ruolo fondamentale nei paesi della Sardegna. La risposta a questa curiosità è tanto affascinante quanto variegata: i termini più utilizzati per descrivere questo indispensabile fonte di calore sono tziminera, ziminera, giminera, ma anche forredda, foxili e fogu.

La lingua sarda, con le sue sfumature dialettali, riflette una tradizione agropastorale che ha sempre caratterizzato la vita nell’isola. In particolare, nei comuni dell’entroterra, dove gli inverni possono essere piuttosto rigidi, il caminetto ha storicamente assunto un’importanza cruciale, non solo per il riscaldamento, ma anche come centro di socializzazione, dove le famiglie si riuniscono attorno alle fiamme danzanti per raccontare storie e condividere momenti di intimità.

Il termine tziminera deriva dallo spagnolo chiminera, evidenziando le influenze culturali che hanno attraversato la storia sarda. Ma qualsiasi sia il nome con cui lo si chiama, il caminetto resta un simbolo di calore e accoglienza. Quindi, mentre ci prepariamo ad affrontare il freddo, non dimentichiamo di accendere queste tradizioni che riscaldano non solo gli ambienti ma anche i cuori. E voi, come chiamate questo pezzo di storia e cultura?