«I Giganti di Mont’e Prama sono una grande opportunità per il Comune di Cabras, per la Regione Sardegna e per l’Italia intera». Queste le parole usate dal ministro delle Attività e dei Beni Culturali Dario Franceschini, intervenuto a Cabras per la presentazione dell’accordo tra Mibact, Regione Sardegna e Comune di Cabras per la valorizzazione dei Giganti.

Il sindaco di Cabras Cristiano Carrus, Franceschini e il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru hanno firmato l’accordo questa mattina nel paese dell’oristanese in quello che è solo il primo passo di un’intesa finalizzata a fare dei Giganti di Mont’e Prama un «attrattore di turismo internazionale che pochi Paesi hanno al mondo», per usare le parole del ministro. Il prossimo step sarà la creazione di una Fondazione che gestirà oltre al nuovo Museo di Cabras dedicato ai Giganti, anche l’area archeologica di Tharos. 

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.